sabato 11 settembre 2010
Allegria: bella cosa. Per anni il motto di Mike Bongiorno, e oggi a Milano è nel cognome di uno dei due "mister" del calcio cittadino. Bongiorno era anche giornalista, ma il giornalismo "allegro" - nel senso che talora viene spontaneo a leggerlo - non è un bel leggere. Se p. es. sul "Corsera" (26/8, p. 19) in un pezzo che vorrebbe rivelare «l'ultima pista» per un tremendo delitto del 1990 ancora impunito e misterioso si parla di «una società dalla ragione sociale oscura» con sede «in via Arenula» e subito dopo ti tocca leggere che «nella vicina via Arenula ha sede pure il Ministero dell'Interno, da cui dipendeva il Sisde», tu ricordi che da sempre in via Arenula non c'è il Ministero dell'Interno, ma quello della Giustizia. Allegria? Sì: non in senso lodevole. Venendo a cose diverse e attuali lo è anche, in relazione al prossimo viaggio papale in Gran Bretagna, leggere con firma illustre ("La Stampa", 9/9, p. 13) che «nel 1570 una 'fatwa' papale, la bolla 'Regnans in Excelsis' esortò i cattolici a uccidere Elisabetta», con immediata nota: la Bolla è «tuttora in vigore». Infatti quella Bolla del 25 febbraio 1570 dichiarava Elisabetta scomunicata e decaduta dal trono, ma l'esortazione a ucciderla è un falso, e scrivere che «è ancora in vigore» è ridicolo. Firma illustre, ma sempre falso, e nessuna allegria. Tutto diverso invece quando leggi (qui ieri, rubrica del direttore) dei provvedimenti veri di Barack Obama in favore delle famiglie e annoti l'efficacia del suo impegno per far desistere quel pazzo travestito da "evangelico" che oggi voleva bruciare pubblicamente il Corano. Piccole scintille di buona allegria"
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