domenica 4 giugno 2017
La grande eco suscitata in Italia e non solo dal ricordo di Totò nei cinquant'anni dalla morte si spiega anche con una coincidenza molto semplice. Egli era nato il 15 febbraio del 1898 nel cuore antichissimo e cattolicissimo di un quartiere napoletano, la Sanità, che oggi è spesso alla ribalta della cronaca per un fatto nuovo e, per molti, sorprendente, che proprio nella sua lezione di vita e di cultura trova la sua origine.
Ci riferiamo a un nuovo atteggiamento ispirato alla legalità che in questi giorni inquieti e tormentati combatte per affermare la pari dignità degli esseri umani davanti a Dio, contro ogni sopruso e ogni sopraffazione, che il grande artista aveva cantato nella sua poesia più famosa: «La livella». Chi è infatti, direbbe Totò, il camorrista, se non un ricco parassita che s'impone, armato, sulla povera gente inerme, spacciando droga o estorcendo il "pizzo" dei suoi loschi affari dai commercianti?
La storia della malavita napoletana, secondo Totò, non è altro che il dramma di tutte le violenze e sopraffazioni dell'uomo sull'uomo in ogni angolo del mondo. Ma oggi – ed è questa la bella notizia – il rione Sanità un tempo roccaforte della criminalità organizzata sta cambiando: la gente è stanca della camorra che succhia il suo sangue e si ribella in nome della civiltà napoletana che esplode in questi giorni in tutto il suo splendore e manifesta con cortei lungo i vicoli del quartiere la propria volontà e speranza di rinascita.
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