sabato 6 marzo 2021
Tempi di comunicazione multimediale, i nostri. Lui, don Giacomo Alberione, fondatore dei Paolini e delle Paoline, lo ha capito in anticipo un secolo fa, e ci ha consumato tutta la vita. Paolo VI il 28 giugno 1969, accogliendolo in Vaticano con i suoi Paolini e Paoline, lo salutò così: «Eccolo. Umile. Silenzioso. Instancabile. Raccolto nei suoi pensieri che corrono dalla preghiera all'opera, sempre intento a scrutare i segni dei tempi, il nostro don Alberione ha dato alla Chiesa nuovi strumenti per esprimersi, nuovi mezzi per dare vigore e ampiezza al suo apostolato. Lasci che il Papa, a nome di tutta la Chiesa, esprima la sua gratitudine!».
E papa Giovanni XXIII dopo averlo incontrato disse sorridendo: «Oggi ho visto l'umiltà in persona!».
Piemontese di Fossano, presso Cuneo, nato il 4 aprile 1884. Basterebbe uno come lui a smentire la cattiva fama dei cuneesi. A 12 anni in Seminario, a Bra. Dopo 4 anni lo cacciano: «non adatto» a fare il prete. Insiste, e sei mesi dopo, ottobre 1900, è in Seminario ad Alba: «vino buono e buoni preti», dicevano una volta. Oggi dicono «vino buono e quelli di don Alberione»: i Paolini e le Paoline. Nella notte tra il 31 dicembre 1900 e il primo gennaio 1901 inizia il secolo ventesimo e lui in preghiera sente che gli toccherà, per volere di Dio, fare qualcosa di nuovo per far arrivare il Vangelo di Cristo agli uomini del secolo nuovo. È l'inizio. Nel 1907 è sacerdote. Per sei anni gli affidano la formazione dei seminaristi. Si laurea in teologia. Nel 1913 diventa direttore della Gazzetta d'Alba, un settimanale cattolico. L'anno dopo compra una tipografia, mette su la Società tipografica Piccolo Operaio e fonda la Società san Paolo, per uomini. Voleva aprirla anche alle donne – «Non è bene che l'uomo sia solo» – ma non glielo consentono, e allora l'anno dopo fonda le Figlie di san Paolo. Nel 1921 nasce ufficialmente la Pia Società san Paolo. L'approvazione definitiva verrà solo il 27 giugno 1949: 35 anni di gavetta: dura! In mezzo altre fondazioni: le Pie Discepole del Divin Maestro, le Pastorelle, e poi le Apostoline. Nel 1960 la Santa Sede approva l'associazione Paolina. Il carisma specifico è la comunicazione, con tutti i mezzi, della Parola di “Cristo Divino Maestro, Via, Verità e Vita”. Comincia con la stampa: giornali e libri, ma soprattutto Bibbie, circa 20 milioni, e Vangeli, il doppio. Poi cinema, radio, tv, dischi, fino alla comunicazione multimediale e globale di oggi. Piccolo di statura, pensava in grande, e subito agiva. 1931: primo numero di Famiglia Cristiana, 12 paginette a 20 centesimi e poi per anni anche più di un milione di copie: modernità e tradizione cattolica. E le Edizioni San Paolo, dei preti, e quelle Paoline, delle Suore, e il mensile Jesus, per la cultura e l'attualità. I suoi figlioli oggi sono cinque Congregazioni religiose, quattro Istituti secolari e un'associazione di laici. Il 26 novembre 1971 se ne è andato mormorando ai suoi «Muoio… prego per tutti… Paradiso!». Mezzora prima nella sua stanza di morente era entrato in punta di piedi Paolo VI…
Nel 1981 in Vaticano iniziano la causa di beatificazione e il 25 giugno 1996 è venerabile: ha esercitato le virtù, tutte, in grado eroico. Giovanni Polo II lo proclama beato il 27 aprile 2003, alla salute di quelli che nell'anno 1900 lo cacciarono dal Seminario: «non adatto»! Troppo in anticipo. Come l'uomo della “gaia scienza” di Nietzsche, che al mercato in pieno mezzogiorno con la lanterna accesa gridava che “Dio è morto”. Ma Dio era ed è vivo. Don Alberione troppo in anticipo per tanti, ma sempre in tempo per Dio e Gesù Maestro. Riposa in pace, ora! Lavorano i tuoi Figli e le tue Figlie.
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