venerdì 24 maggio 2019

La storia è nota. Aladdin, ragazzo povero di Agrabah, incontra la principessa Jasmine, che ha lasciato di nascosto il palazzo per esplorare la sua città. Se ne innamora ma non può sperare nella sua mano. Venuto però in possesso di una lampada magica e del Genio che la abita, scopre i piani criminali del visir Jafar, deciso a impossessarsi del trono, e lo sfida anche con l’aiuto della scimmietta Abu e di un tappeto volante. La Disney prosegue nel suo obiettivo di trasformare in film live action i suoi più celebri cartoon e in Aladdin affida la macchina da presa a Guy Ritchie, la cui indiavolata regia restituisce tutto l’incanto dell’esotica fiaba. Se l’attore canadese di origine egiziana Mena Massoud non delude nei panni del protagonista e alla principessa Jasmine (l’attrice anglo-indiana Naomi Scott) è riservato uno spazio che non aveva nel film di animazione del 1992, siglato da una canzone di orgoglio femminista, il ruolo del vero mattatore spetta a Will Smith, dipinto di blu per interpretare il pirotecnico Genio. Senza dimenticare riferimenti politici: «Ruba una mela e sei un ladro, ruba un regno e sei uno statista».

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