martedì 5 agosto 2014
In tempi nei quali la sbrigatività delle relazioni, un certo pragmatismo nei legami sociali e una buona dose di indifferenza reciproca condizionano in modo crescente la vita collettiva, trovare qualcuno che si ferma a dirti "grazie" – e a dirtelo bene – colpisce sempre. Se poi le parole di riconoscenza sono espresse senza che si tratti di un atto in qualche modo dovuto, alla sorpresa si aggiunge anche la scoperta di aver forse seminato qualcosa che resta. Con la lettera inviata ieri agli abitanti dell'Isola del Giglio per ringraziarli di ogni gesto di sostegno e attenzione nei 27 lunghi mesi dell'operazione di rigalleggiamento e rimozione della Costa Concordia, il capo dell'operazione Nick Sloane ha reso merito col cuore in mano ai gigliesi che ogni giorno gli hanno fatto sentire tutta la forza di chi in sé avvertiva il peso di una ferita aperta una notte d'inverno del 2012, impastata alla speranza di poter rivedere la propria isola risanata da quell'inimmaginabile sfregio. «Quando le cose non andavano bene siete sempre stati dalla nostra parte – scrive Sloane, mentre lascia l'Italia e torna in Sudafrica, a casa sua –. Grazie per questo e per aver creduto in noi». La fiducia reciproca cementata negli interminabili giorni del cantiere attorno alla nave – lontano dai media, accorsi solo per i passaggi più critici dell'operazione – prende forma in questo «grazie», corredato da parole genuine per gente di mare: «È stato un onore e un privilegio aver conosciuto tutti voi. So che tornerò presto... ma la prossima volta come turista».
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