sabato 8 luglio 2017
«V» o «W»? Di recente è morta Simone Veil, ex presidente del Parlamento europeo, e la notizia mi ha richiamato l'altra Simone, ma Weil, filosofa, a modo suo “mistica”, e tanti suoi testi luminosi e sempre preziosi per profondità e domanda continua. Paolo VI la stimava molto, dispiaciuto per il suo non approdo al Battesimo, anche se poi si seppe che in punto di morte lo chiese e lo ebbe dalla sua amica Simone Detz. Di recente (“Sole24Ore”, 25/6) in prima una sua sorprendente riflessione: «Tutti i nostri mali spirituali derivano dal Rinascimento, che ha tradito il Cristianesimo per la Grecia, ma cercando nella Grecia qualcosa di diverso dal Cristianesimo, non l'ha compresa. La colpa è del Cristianesimo stesso, che si è creduto altro dalla Grecia. Si può porre rimedio a questo male solo riconoscendo nel pensiero greco tutta la fede cristiana». Molto vero! Il caso vuole che legga in ritardo questo pensiero mentre ho davanti a me, qui, «il santo del giorno» di sabato 1/7 dedicato dal nostro Matteo Liut alla festa del beato Antonio Rosmini (1797-1855): «Al cuore della modernità sulle tracce di Dio». Davvero qualcosa di forte lega Rosmini e Weil nella esigenza di vero cristianesimo, moderno e aperto al nuovo, fedele alla fede e alla ragione che “camminano” nel tempo. Weil sfiorata e poi attratta dalla fede, Rosmini appassionato per la traduzione del messaggio e la capacità di vedere in anticipo anche certe «piaghe», ben più delle «cinque» che gli costarono l'emarginazione e l'Indice... Oggi lui è Beato oltre le beatitudini evangeliche, con la chiaroveggenza della realtà terrena e insieme celeste di questa Chiesa anche di uomini che prima lo hanno vagliato con le loro misure in ritardo e poi ne hanno riconosciuto la preveggenza di cultura e «traduzione senza tradimento» nel «cuore della modernità»: bella Luce!
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