domenica 17 settembre 2017
Com'era bravo Rino Gaetano, a racchiudere in poche parole mille immagini. Com'era bravo a cantare di lei, Aida, ripercorrendone le età e i loro colori. «Lei sfogliava i suoi ricordi, le sue istantanee, i suoi tabù… Le sue Madonne, i suoi rosari, e mille mari, e …alalà!… I suoi vestiti di lino e seta, le calze a rete, Marlene e Charlot… E dopo giugno, il gran conflitto, e poi l'Egitto e un'altra età… Marce e svastiche, e federali, sotto i fanali l'oscurità… E poi il ritorno, in un Paese diviso, nero nel viso, più rosso d'amore… Aida, come sei bella…». Che scrittura, quella di Rino Gaetano… Anche se… Ma che cosa c'entrano svastiche e federali? E quel Paese diviso? Ma chi è lei, chi è Aida? «…Aida, le tue battaglie, i compromessi, la povertà… I salari bassi, la fame bussa, il terrore russo, Cristo e Stalin… Aida, la costituente, la democrazia, …e chi ce l'ha?? …E poi trent'anni di safari, fra antilopi e giaguari, sciacalli e lapin… Aida, come sei bella…». Eh, abbiamo capito. Sì, Aida, come sei bella, sei bella davvero. Sei bellissima, Italia. Malgrado tutto rimani stupenda, tu Belpaese di poeti, santi, navigatori e troppi, troppi geni che come Rino Gaetano se ne sono andati troppo presto. Anche se magari ci hanno suggerito un'alternativa per nulla banale all'Inno di Mameli.
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