martedì 8 gennaio 2013
«Putin e il Patriarca. Una santa alleanza per la Madre Russia». Domenica “Repubblica” lancia in prima bellissime immagini, due pezzi con tre righe densissime di sommario delle pp. 26 e 27: «Vent'anni dopo la fine dell'Urss, le parrocchie sono triplicate, i battezzati sono l'80 per cento e i seminari sono pieni. La Chiesa ortodossa celebra domani il suo miglior Natale ringraziando la deriva mistica di Putin e la nuova alleanza di potere». Le firme? Da Mosca – «Il sacro Patto tra il Patriarca e il nuovo Zar» – Nicola Lombardozzi, caro e stimato collega di lavoro di anni lontani, e Mikhail Ardov, «Da Pietro il Grande a Stalin il grande silenzio di Dio». Contenuti rispondenti ai titoli: dolce e agro, tra notizia e malumore. Già: a “Repubblica” la religione, qualsiasi religione, in particolare ogni forma di fede cristiana è – musica quotidiana – da sempre vista come «deriva mistica» e «alleanza di potere». Era così anche quando in Urss la fede cristiana e ogni religione erano oppresse: mai lette vere proteste a favore di Chiesa e credenti… Ricordo: 7 giugno 1977, a Mosca, davanti a migliaia di persone tra cui il Patriarca Pimen e il “ministro del culto” per conto di Breznev, Kuroedov, una protesta pubblica a nome di libertà di coscienza e di fede cristiana contro l'ateismo di Stato ribadito proprio quel giorno nella “nuova” Costituzione sovietica. Erano – come si legge oggi – i tempi del «grande silenzio di Dio»? No! In realtà Lui parlava anche allora, spesso col sangue dei “martiri”. Il vero silenzio era altrove, e anche su “Repubblica”. Infatti qualche giornale italiano parlò dell'accaduto. Ma su “Repubblica”, “niet”! Un Cremlino in ritardo: allora e oggi, quando si tratta di religione, tutto sempre e solo «deriva mistica» e cinismo di «potere». Pietrificati? Molto agro…
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