venerdì 5 agosto 2022
Alla Playa di Catania c'è un lido con annesso hotel che è testimonianza eclatante di tante ripartenze. Lo gestisce l'associazione Don Bosco 2000, ci lavorano giovani migranti africani arrivati dalla Libia e protagonisti di percorsi di integrazione. Da qualche settimana hanno come colleghi alcuni profughi ucraini fuggiti dalla guerra, che i volontari dell'associazione avevano prelevato in pullman al confine con la Polonia dopo l'inizio delle ostilità. Ad accoglierli all'arrivo a Catania e ad accompagnarli nei primi passi in terra italiana erano stati proprio gli africani. Al lido le donne addette alla pulizia della camere e il bagnino sono ucraini, al bar e al parcheggio lavorano ragazzi originari di Gambia, Mali, Senegal. È il contagio virtuoso del bene: gli africani che erano stati accolti dagli italiani ora accolgono gli ucraini. Hanno sperimentato cosa significa lasciare la propria terra e trovare qualcuno che ti abbraccia, ora fanno altrettanto con i nuovi arrivati. I turisti che frequentano il lido osservano incuriositi i protagonisti di vicende lontane che la storia ha fatto incrociare. Incontri imprevisti, rivelatori, provvidenziali. E forse da lassù don Bosco, che ha aiutato tanti esseri umani a ripartire, osserva compiaciuto che il suo carisma è ancora vivo.
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