sabato 23 ottobre 2010
Evidenza: tante cose in Italia vanno male. A chi il demerito? Ogni tanto l'accusa è ai "cattolici". Perciò con piacere annoto su "Repubblica" domenica scorsa (p. 29), che Augias condanna giustamente il "negazionismo" della Shoah senza dare la colpa anche a Chiesa e cattolici. In compenso lì sotto, stessa pagina, leggo dispiaciuto "L'Amaca" di Serra, che dopo aver riflettuto con ragione sulle miserie di certa Tv come "Il Grande Fratello" " confesso di non averlo mai visto " trova modo di prendersela con «il moralismo dell'Italietta cattolica» e con «l'immoralismo della videocrazia» che per lui «hanno lo stesso fine: evitare una rappresentazione lucida e verosimile della realtà sociale». In pratica sono alla pari «l'oppio dei popoli»! A parte il fatto che l'espressione «Italietta cattolica» risulta palesemente riduttiva di una realtà che ha ben altri caratteri e una storia di secoli, uno che osserva la «videocrazia» di oggi " palinsesti, autori e compensi ", può pensare con realismo che essa pare più prossima nei fatti al pensiero di chi esprime quell'accusa, piuttosto che a quello del mondo cattolico. Infatti sull'insospettabile "Italianieuropei" (1/2010, citato ieri dall'altrettanto insospettabile "Europa", p. 7) uno storico serio come Agostino Giovagnoli scrive che «i cattolici nella Seconda Repubblica hanno avuto un ruolo piuttosto marginale»: difficile dare ad essi certe colpe! Ma è la moda. Infatti sempre 17/10 sul "Corsera" (p. 40: "Cultura"!) trovo la sentenza dottorale secondo cui «la colpa» di tutti i mali è «tutta di Gesù Cristo», fin dal titolo: «Ecco cos'è la religione: brama di potere»! Via col vento come "Il Grande Fratello", ma più sottile: è "cultura", perbacco!
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