mercoledì 19 maggio 2004
Mangiare le acciughe disseta? Certo, e subito dimostrato: chi mangia le acciughe beve e ribeve, e bere e ribere fa passare la sete. Elementare! O c'è qualcosa che non fila? Domenica, "Unità", titolone a tutta pagina 14: "No ai matrimoni misti, la Chiesa spinge alle convivenze". Leggi e resti perplesso. Trovi il sociologo di turno che commenta così il documento della Santa Sede sui problemi dell'accoglienza degli immigrati. In esso, ricordando la diversa visione della sessualità, dei rapporti uomo-donna, del matrimonio stesso, della libertà di credere e di convertirsi, tra cristianesimo e islam, sulla base di un'esperienza ormai pluridecennale in tante parti del mondo, si richiama a vigilanza e prudenza, raccomandando la massima attenzione nel concedere il permesso ai cosiddetti "matrimoni misti", in specie tra una cattolica e un islamico. Segue la strana conclusione, riflessa nel titolo: "la Chiesa spinge alle convivenze". Bel salto mortale. Da visione prevenuta o da incomprensione reale? Vale il discorso sulle acciughe che dissetano" Certo: ciascuno ha le proprie idee. E allora non fa meraviglia che ieri "Unità" e "Manifesto" abbiano messo esultanti in prima pagina la notizia del "via libera" del Massachussetts ai "matrimoni gay". "L'Unità" ci ha fatto anche una pagina intera, la 25, e "Il Manifesto" ci ha aggiunto, a p. 8, anche la buona novella dalla Francia: "Omosessuali anche sull'altare francese". "Sull'altare"? Leggi e trovi che si tratta di un "matrimonio civile". E "l'altare" c'entra? No, ma è come la storia delle acciughe e delle convivenze. Qualcuno l'altare lo ha fisso: nel cervello.
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