venerdì 26 aprile 2013
Estremismi: tra ridicoli e inconsci accaniti. Ieri sul "Fatto" "apertura mirata": «Napolitano nomina il nipote di Gianni Letta». «Il nipote»? Da quelle parti si risalgono le genealogie? E se uno cercasse la loro? Lì sotto per esempio c'è il Paolo Flores d'Arcais che «dalla cintola in su», come un Farinata dantesco di oggi, propone e si propone per il «governo ombra dell'opposizione»: a tutto e da sempre, pur di sopravvivere in pagina. Vale per il "ridicolo". All'accanito stavolta provvede "Repubblica" con un esempio inconscio, quindi doppiamente ridicolo. Lancio in prima pagina del 15 aprile scorso per due pagine interne (10-11):«Le ombre vaticane sui grandi elettori». La settima e ultima puntata della grande "inchiesta" di Concita De Gregorio sulla storia delle elezioni al Quirinale comincia chiarendo subito, senza neanche pensarci, uno stato d'animo, o piuttosto di… viscere: «Il bacio dell'anello è una questione di geografia, l'Italia essendo l'unica nazione al mondo che custodisce la Città del Vaticano all'altezza dello stomaco». È già detto tutto, e il resto – circa 300 righe – diventa superfluo. La Città del Vaticano sta «sullo stomaco» a chi scrive e a chi pubblica, ma agli altri? Ai cittadini italiani? Ci sono anche molti – e in questi giorni proprio a piazza San Pietro si vede che sono tanti davvero – che tengono la Santa Sede all'altezza del cuore, e anche del cervello. La storia lo dice chiaro, vero? Forse da qualche tempo, certo dall'aprile del 1948, ma già prima, pur con le dovute distinzioni, sono in molti che non si sentono «sullo stomaco» la presenza della Chiesa cattolica. Per "Repubblica" non contano niente: ma pesano, e da qualche stomaco producono fantasmi ridicoli, anche in pagina.
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