giovedì 2 marzo 2017
Ieri “accanimenti” gemelli non terapeutici, ma morbosi, con previsione finale. Su “Repubblica” (p. 37) Michele Serra riflette sul «povero» Fabo costretto ad andare in Svizzera per «l'assenza di una legge decente sul fine-vita», e spiega che «imputarla alla politica non è giusto e non aiuta a capire». E lui aiuta: «Quella legge non c'è perché molti parlamentari cattolici sono contrari», e questo per «la grande influenza della Chiesa nella vita italiana» che lui dichiara «rispettabile», ma appunto con il difetto che «influenza i cattolici» e perciò – testuale – «è l'avversario da battere». Come? Provare a convincere i «cattolici» a non seguire la loro coscienza, o per sicurezza criminalizzarli come tali e, poiché le leggi si fanno in Parlamento, togliere loro voto attivo e passivo fino a guarigione dalla fatale «influenza»? Pare un vero “accanimento”, molto antico però. Presso Firenze, il giorno dell'attentato a Togliatti ad opera dell'anarchico Pallante (14 luglio 1948) questo accanimento automatico e sicuramente non terapeutico, ma morboso, aggredì a morte un parroco. Serra è intelligente: possibile che non trovi altro da proporre? E sempre ieri per singolare coincidenza il suo accanimento detto «laico» trova il gemello detto cattolico sul “Tempo” (pp. 1 e 7) dove per l'ennesima volta un altro accanimento rivestito di cultura denuncia nella «Chiesa di Papa Francesco» la causa di tutti i mali del presente, ma per un'altra «influenza», quella che arriverebbe – “lo supponevo!” avrebbe detto il leggendario commissario Cip di Jacovitti sul “Vittorioso” – dal Vaticano II. E la previsione? Ecco: il fondo di ieri, su questo giornale, annotava che in Svizzera ancora oggi eutanasia e suicidio assistito sono fuori legge, e perciò il “suicida” deve “mordere” da solo il meccanismo letale, ma... per 13.000 euro! Previsione senza allegria: oggi, in pagina laica, nessuno si accorgerà dell'inghippo.
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