venerdì 20 novembre 2009
Malpelo normalmente maligna. Logico quindi che ieri su "Repubblica" (lancio a p. 1 e doppio seguito a p. 37: «San Wojtyla») annoti i grandi elogi per Giovanni Paolo II. Da vivo infatti non capitava spesso. Va però annotato anche che in pagina, pur parlando bene del Papa defunto, non si perde l'occasione di una frecciata al Papa vivo. Tanto per non disabituarsi. Già: nell'Urss di una volta si elogiava il leader vivo per dir male di quello morto, e certe pagine nostrane con riferimento a Papa e Chiesa fanno il contrario. Lo sapeva anche Stalin, da vivo: tanto i Papi non hanno «divisioni». Nessun rischio per chi critica i Papi, vivi o morti. Tanto meno i cardinali, come sanno benissimo anche a "Libero". Ieri infatti " p. 33: "Posta prioritaria" " c'è una tirata tremenda contro il cardinale arcivescovo di Milano, Tettamanzi. Infatti ad una lettrice preoccupata per l'intolleranza di chi vorrebbe cancellare le memorie più care della religione cattolica, il curatore della rubrica risponde dicendosi anche lui «sconsolato», perché da noi c'è «l'aggressione dell'islam», ma il cardinale Tettamanzi per Natale ha scritto ai bambini che «bisogna riciclare i giocattoli». Per lui è il colmo! E straripa indignato: questo «il Natale secondo l'arcivescovo di Milano? Questo il mistero del Natale, il miracolo del Dio che si fa uomo, il compimento della prodezza celeste»! «Prodezza»? Proprio così: forse dettando l'indignata risposta era raffreddato, lui, e per «promessa» hanno scritto «prodezza». Fa lo stesso: anche il cardinale non ha divisioni, e dirne male, da vivo, è sempre bene. Una bella" prodezza!
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