venerdì 26 luglio 2013
“Droghe”: due diverse, ma convergenti. Il 23 luglio è leggera la prima del “Fatto” (p. 18) nel titolo di una “riflessione” sul Papa «arrivato in Brasile»: «Francesco nella terra del fallimento vaticano». Da quelle parti sono così affezionati all'idea del “fallimento” di Chiesa e Papi che leggono in questo modo la notizia che in America Latina altre Chiese cristiane fanno proseliti tra la gente. Hanno scritto per anni che il Papato era “fallito”, e ora sono scampoli: avanzati. Peggio, molto peggio, l'astinenza sofferta da qualcuno a “Repubblica”, che ieri (tre quarti di p. 17) fa questo titolo per l'inviato Marco Ansaldo: «L'anatema del Papa contro le droghe». In prima c'era anche lo “strillo”: «Appello del Papa contro le droghe tra i tossici di Rio». “I tossici”! Brutto epiteto, vero? Forse qualcuno in redazione pensava che il Papa fosse “a favore” delle droghe. Non basta: spicca quell'«anatema» del titolone. Leggi e sei sorpreso, perché l'inviato di “Repubblica” scrive ben altro, con altri toni (suoi) e ben altre parole (del Papa): «Oggi, in questo luogo di lotta (…) vorrei abbracciare ciascuno e ciascuna di voi, voi che siete la carne di Cristo. Abbracciare! Abbiamo tutti bisogno di imparare ad abbracciare (…) Ma abbracciare non è sufficiente. Tendiamo la mano a chi è in difficoltà (…) a chi è caduto, e diciamogli: puoi rialzarti… Cari Amici, non siete mai soli (…) Guardate con fiducia (…) Vi affido alla Vergine fino al 2017, quando tornerò». E allora? Allora in redazione qualcuno era in grave crisi di astinenza: da mesi e mesi non poteva dire «anatema!» denunciando questa Chiesa oscurantista, chiusa, vecchia, fallita! Non ce l'ha fatta più: accecato e assordato dalla sua crisi. Va capito, magari «abbracciato»…
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI