Abbandoni, a rischio le assicurazioni sociali
giovedì 1 agosto 2019
Argomento non facile quello degli abbandoni della vita religiosa, da prendere sempre con le molle e con il continuo rischio di affrontarlo con superficialità. Le saltuarie statistiche del fenomeno, alcune di alta caratura, rappresentano solo freddamente la scelta sofferta di persone consacrate, o incardinate, giunta a conclusione di una
vita personale e comunitaria ferita da crisi di fede, insoddisfazioni, difficoltà di relazioni ecc.
Una interessante analisi sociologica, "Fedeltà e Perseveranza", realizzata quest'anno dalla Curia Generale dei Frati Minori e relativa ad un lungo periodo di tempo (i quindici anni intercorsi dal 2003 al 2017), offre l'opportunità di valutare le dinamiche degli abbandoni all'interno delle varie fraternità, in un mondo che considera oggi come impossibile e addirittura insensata una scelta di vita fatta per sempre. Da questa analisi spiccano all'attenzione due elementi sostanziali: 1) oltre la metà (il 57%) dei frati in uscita sceglie di diventare sacerdote diocesano, 2) il picco delle uscite si attesta fra i 35 e i 50 anni di età.
Anche se circoscritto all'Ordine francescano e alle sue problematiche, lo studio appare indicativo, nelle sue linee di tendenza, anche per le altre analoghe strutture di vita e di professione religiosa, piccole o grandi, mettendo in evidenza, per tutte, un vero e proprio danno sociale che accompagna ogni tipo di abbandono o di dimissioni dai voti, comunque motivato.
Una volta transitato alla società civile (oppure all'incardinazione diocesana), chi ha "lasciato" si trascina infatti per il resto del suo cammino di vita un "vuoto" di tutele previdenziali (contributi, riscatti ecc.) corrispondente agli anni della vita religiosa e praticamente impossibile da colmare. Per chi esce, ad esempio, a 50 anni di età diventa molto faticoso raggiungere una parità di condizioni e di requisiti con i comuni cittadini e lavoratori nei percorsi ordinari della previdenza.
Il problema del vuoto assicurativo è stato segnalato in passato dal Comitato Clero dell'Inps e grazie a singole iniziative si è affacciato timidamente anche in Parlamento, ma poi da tutti anche questo "abbandonato".
Per "chi resta" e "chi va" vale sempre la raccomandazione di controllare all'Inps la regolarità di eventuali contributi da lavoro, prima della tagliola della prescrizione di legge.
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