mercoledì 26 giugno 2019
Da sempre ammiro gli studiosi di storia locale, persone che frequentano gli archivi comunali e parrocchiali per verificare una genealogia, una data. E poi ne scrivono un volumetto che pochi leggeranno, ma resterà nella biblioteca di quella parrocchia, di quel paese, dove, decenni dopo, qualcuno lo ritroverà e resterà stupito da tanta erudizione e dedizione. A questo genere librario appartiene la ricerca di Cesare Morali, pubblicata da Artigrafiche Mariani & Monti di Bergamo (pagine108, s.i.p.), col titolo Il trisavolo Francesco e il bisnonno Giovanni Morali nella Città di Treviglio. Come scrive Erminio Gennaro, massimo esperto di storia trevigliese e della Gera d'Adda, «la ricerca delle proprie radici è propria di quelle persone che desiderano indagare su chi li ha preceduti nell'albero genealogico della loro famiglia, per scoprire da chi discendono non tanto per semplice curiosità, quanto per un impulso ad accrescere la consapevolezza di un passato che può arricchire spiritualmente il presente e dare un indirizzo al futuro». Il bisnonno e il trisavolo di Cesare Morali furono personaggi importanti dell'Ottocento trevigliese, con incarichi pubblici e intenso lavorìo sociale. Una curiosità: «Nel giugno 1859 Napoleone III giunge a Treviglio da Milano alla guida di una colonna formata da un corpo d'armata della Guardia imperiale. Ha appena liberato Milano dagli Austriaci con la vittoria di Magenta e ha indirizzato lo storico proclama agli italiani. A ricordo del momento entusiastico per Treviglio e per l'Italia, Giovanni Morali riesce a ottenere il tavolo sul quale Napoleone III ha pranzato nelle due giornate trevigliesi e che ancora oggi in casa è definito “il tavolo di Napoleone”». Non tutti sanno, o ricordano, che la ferrovia Milano-Treviglio, primo tratto della Milano-Venezia, è cronologicamente la seconda ferrovia italiana, dopo la Napoli-Portici. Il trisavolo Francesco è fra gli azionisti della società ferroviaria. Leggiamo: «La Deputazione trevigliese emana un avviso per informare che: “Nelle giornate 1 e 2 novembre 1845 dalle ore 9 antimeridiane alle 4 pomeridiane avranno luogo le corse di prova delle macchine locomotive sulla strada ferrata da Milano a Treviglio”». La strada ferrata si chiamava pomposamente “Ferdinandea lombardo-veneta” e fu inaugurata ufficialmente domenica 15 febbraio 1846. Un capitolo a parte riguarda la fondazione della banda cittadina trevigliese, voluta dal bisnonno Giovanni, appassionato musicista dilettante, nel 1872. Fu chiamata “Nuova società filarmonica”, diretta dal maestro Pietro Martinelli. Tanto importante da meritare la grande foto in copertina. Fanno sorridere quei musicisti in posa con gli strumenti, gli alamari sulla giacca e il cappello col pennacchio; in un modo o nell'altro, quegli uomini con grandi baffoni ci riguardano, perché oltre al Dna biologico abbiamo anche un Dna ambientale. Non è indifferente essere nati e vissuti in un posto anziché in un altro, aver visto certi paesaggi e non altri, ascoltato certe musiche e letto certi libri. È in gioco, sempre, il rapporto natura/cultura.
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