sabato 24 maggio 2014
Sorprese. Corsera (17/5, p. 47): «La vita finisce, non si annulla». Bella riflessione del filosofo Umberto Curi: partendo da un interrogativo di Seneca – «Quid est mors?» (Cosa è la morte?) – ragiona sul dilemma: «una fine o un passaggio». E ci mette anche Platone, per cui «la vita altro non è che prendersi cura della morte». Non è un discorso lugubre, è sostanza dell'essere uomo. André Malraux ha scritto che «se non si trova un senso alla morte è la stessa vita che non ha più senso». Ecco allora che non va il tentativo di "silenziare" il morire, nascondendolo col pretesto di «una compassionevole menzogna». Parla da filosofo, Curi, per quanto ne so non credente in Cristo, ma arriva a ricordare che nella fede cristiana la morte è «una fine», ma anche un inizio, dies natalis, una nascita…Già: morte e vita nuova, Croce e Resurrezione, il centro della fede oltre ogni filosofia. Non si nega il morire, che interroga e inquieta, apparendo soltanto una fine, ma si afferma che è anche un inizio. Curi: «La vita finisce, ma non si annulla». Seneca, Platone, Malraux: pensieri sulla riva della terra conosciuta e "freccia" che ti pare inviti verso…l'Oceano, senza annegare. Anzi: offerta di felicità.
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