martedì 1 ottobre 2019
Discutono di Giampaolo. Si chiedono se non sia il caso di sollevarlo dall'incarico. Lo dicono con delicatezza. In fondo è uno di...quelli che il calcio è un divertissement senza fine concreto, vincere o perdere, importante far bella figura, uscire a testa alta, farsi applaudire, domani è un altro giorno. Balle. Povero Milan. Dicono che non era messo cosi' male dal '38: riballe, l'ho visto anche peggio con Felicino Riva, con Colombo, Duina, quando non c'era nemmeno la società. Che oggi c'è, sconvolta. E ingenua. A partire dal presidente Scaroni, che nel suo ramo era Mourinho, e qui sembra l'ultimo arrivato cui rifilare fregature; non c'è un esperto...da guerra, al Milan, uno scafato, un cinico, ci sono Boban e Maldini, bei nomi, bellezze fanèe, come due Miss Italia di trent'anni fa, chiacchiere che si fanno imbonire da chiacchiere: consulente Arrigo Sacchi che confronta Giampaolo con se stesso e questo Milan con il Milan di Berlusconi, come se fossimo tutti rimbambiti e non ricordassimo Gullit, Rijkard e Van Basten mentre ci fanno vedere Musacchio, Calhanoglu e Piatek. Dillo a quelli di San Siro che escono di casa e generosamente provano mani da applausi per finire tristemente nel mugugno come nell'urlo rabbioso perché si sentono traditi. Capito? Traditi! E applaudono Ribery per far capire con civile ironia quanto si sentano male. I politicamente corretti - semplicemente ipocriti - dicono “oh, come sono sportivi i milanisti che applaudono l'avversario”, ne ho interpellati un paio, non riferisco l'irriferibile. Amarezza, dicevo: vorrei esser cinico ma mi sento vicino a Giampaolo perché l'ho visto soffrire davvero, e non si deve far così, nel calcio un uomo non può diventare ombra di se stesso, sentirsi umiliato e offeso come un direttore di giornale appena licenziato. Ma dico che purtroppo non gli giova la sua storia ch'è fatta anche di fughe misteriose. Non di coraggio, che se uno non ce l'ha... Il problema è senza soluzione, come tutte le cose di questo inutile Milan senza storia. Sabato va a giocare a Genoa, dove già trema il buon Andreazzoli (e qui ho toppato io, suo ammiratore) e dove vox populi dice che potrebbe trovare Gattuso sulla panchina nemica. Scrissi in gioventù che nel calcio c'è sempre un Hitchcock in agguato. Bei tempi. Oggi c'è Checco Zalone, «siamo una squadra fortissimi". Lascio perdere il seguito. Mi divertiva
dippiù Abatantuono. Che fare? Ho conosciuto Scaroni, tanto tempo fa; s'interessava di calcio, professionalmente. Mi chiese e gli diedi consigli, evidentemente utili visto come gli è andata. Oggi suggerisco: chiami Allegri, gli dica che c'è un'emergenza grave, che non c'è piu' Barbara, e neanche la ricchezza di Papà Berlusconi; e solo lui, il Max Vittorioso, può salvare il Milan non dalla retrocessione ma dal ridicolo. Ch'è molto peggio. So che questa mia idea non piacerà a tanti. Sono abituato. Ma nel frattempo consiglio di farci il titolo. Dopo aver visto in faccia Giampaolo, Allegri.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI