giovedì 8 marzo 2018
Una bizzarria? Ieri tra i ritagli trovo a p. 7 de “L'Osservatore” (16/2) il «Motu Proprio di papa Francesco sulla “rinuncia” dei titolari di alcuni uffici» in Vaticano. Titolo: «Imparare a congedarsi». La notizia era rimbalzata subito in rete e poi in molte pagine, ma con qualche problema. Si sa, il motto dell'OR è “a ciascuno il suo”, ma nel caso è buono per sottolineare che ciascuno ha preso il documento come ha voluto. Ecco i titoli tra pagine e rete: “La Stampa”: «Il Papa: stop alla pensione automatica». Ma per “L'Arena” «I vescovi debbono dimettersi a 75 anni». Due letture opposte. “Il Sussidiario.net”: «Vescovi: le dimissioni a 75 anni non sono più automatiche». “Affari Italiani”: «Il Papa dismette il limite dei 75 anni: decide lui chi va in pensione». Altre letture: «Motu proprio: Rinuncia, non atto automatico, ma di governo»!
Insomma, varietà molteplice nella libertà di lettura, ma forse un po' più di comprensione sarebbe preferibile alla reazione a molla, magari con spinta che va per conto suo…E la bizzarria? È nell'incrocio tra il titolo de “L'Osservatore”, «Imparare a congedarsi», e la realtà di questi giorni nell'Italia del dopo voto. Quel titolo, letto ora, con davanti le pagine di questi due giorni e i lanci dei tg e delle discussioni nei cosiddetti talk show, pare anche un suggerimento alto e buono per tutti quei politici, più o meno navigati e con diversi gradi di responsabilità, che non hanno ancora “imparato a congedarsi” quando una fase si è conclusa... Imparare? Tutta la vita è un imparare, ma qualche volta il non imparare non danneggia solo chi non impara, ma la realtà ben più vasta della comunità di appartenenza. Congedarsi? Poco più di cinque anni orsono un altro “congedo”, Oltretevere, grande e solenne, dette commozione al mondo. Con il congedo-non congedo di moda in politica, almeno in Lupus, si accende qualche malinconia per l'intero Paese…
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