mercoledì 30 aprile 2008
Il lettore lo sa: non ho gradito l'esito del voto, ma ho scritto più volte che c'era da aspettarselo. Riprova puntuale e molteplice. Ieri "Il Secolo XIX" di Genova (p. 1 e 6) scrive che "I Centri sociali si mobilitano per rovinare la visita del Papa". Culturalmente e politicamente i "Centri sociali" hanno identità, pur equivoca, di sinistra. Dunque il Papa che ha liberamente parlato all'Onu non dovrebbe farlo a Genova, come non ha potuto farlo all'Università di Roma in nome di una "laicità" sbandierata anche in tante pagine illustri, da "Repubblica" a "Liberazione", dall'"Unità" al "Manifesto". Forse la gente normale che legge, pensa anche, ragiona in proprio e ha ancora l'abitudine di giudicare, e quindi si chiede se questa "laicità" è cosa seria o solo una obbrobriosa prepotenza ideologica in ritardo. Ieri leggo ("Sole 24Ore", p. 1) che gli sconfitti «paga(no) gli errori di un partito senza identità». Sì, ma nella realtà concreta delle scelte pubbliche maggioritarie " alleanze, scelte e aperture concrete " non è certo mancata una precisa fissa ideologica, antireligiosa in genere e anticattolica in specie. Tante prove" L'ultima proprio ieri su "Repubblica" (p. 30): il solito Augias manifesta " pur pudicamente premettendo di non aver forse "capito bene" " tutto il suo disprezzo per la religiosità cristiana che da 2000 anni venera le reliquie dei santi. Per lui è solo residuo di paganesimo idolatrico con cui i preti fanno «affari seri e molto lucrosi» sfruttando «la religiosità dei semplici»" Forse il guaio è nel fatto che «i semplici» leggono, e poi " che peccato! " persino votano!
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