martedì 28 febbraio 2012
Recente trovataccia in pagina: il collegio dei cardinali è «il club più esclusivo del mondo». Ci ho ripensato ieri leggendo Galli della Loggia sul "Corsera" (p. 1): «Un club esclusivo di una certa età». Non parla di cardinali, ma di manager italiani pubblici e privati, quasi tutti maschi e anziani. Il termine «club» richiama la trovataccia, e torno a Galli della Loggia, domenica ("Corsera", "La Lettura, pp. 2/3): «Il papato è debole. Più potere al Papa». Pensando alle recenti polemiche – «voci maliziose, fughe di notizie» e «retroscena poco edificanti» – presenta «una proposta per riformare l'elezione del Pontefice e rafforzarne il carisma»: una elezione aperta a tutti i vescovi del mondo. Un Conclave davvero «universale», dunque. Non sarebbe – leggo – una «democratizzazione della Chiesa» con dibattito pubblico che ridurrebbe «l'autorità del vertice» e la «percezione di sovrannaturale», ma manifestazione della vera «cattolicità» del papato adatta alle necessità dei tempi, e anche rafforzamento del Papa di fronte sia alla Chiesa che al mondo moderno… Che dire? Niente e tanto. Pensi subito che il Papa da sempre è tale in quanto "vescovo di Roma", e perciò il Collegio dei cardinali – espressione della Chiesa universale – riunisce quelli che sono "titolari" delle Basiliche e Chiese di Roma. E poi: sostituire il Conclave, 200 persone al massimo, con un Concilio "mini" per durata – vista la storia, non è poi così sicuro… – di almeno 4.500 persone? Moltissimi dubbi, fondatissimi. Per fortuna lì sotto – stesse due pagine – Accattoli ricorda parole forti che Benedetto XVI ripete da sempre: vero rimedio a ogni crisi da duemila anni – e ce ne sono state ben peggiori – è la vita di fede praticata nell'amore, in alto e in basso, in Vaticano e nel mondo. Parole sante, vera competenza…
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