venerdì 2 febbraio 2018
Dopo 73 anni riapre a Pozzuoli la Grotta di Cocceio, rilevante testimonianza di ingegneria militare romana sulle rive del lago d'Averno. Ad annunciarlo il sindaco di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia: «Volontà e amore per il territorio permettono tutto. Grazie soprattutto alla tenacia e alla sollecitudine del Parco Archeologico dei Campi Flegrei e della direttrice Adele Campanelli. Ora al lavoro per un grande progetto per collegare il lago d'Averno, il lago Lucrino e Cuma, in un percorso storico, culturale ed archeologico senza precedenti».
Il traforo era stato creato dai romani per collegare in maniera diretta l'antica Cuma con i laghi Averno e Lucrino. Caduto nell'oblio, fu ripristinato nell'Ottocento dai sovrani borbonici. Era chiuso al pubblico dalla seconda Guerra Mondiale, quando l'esplosione di alcuni ordigni lo rese impraticabile. Successivamente, per incuria ed abbandono si erano verificati crolli nella volta che ne avevano impedito anche le visite parziali.
A maggio scorso erano iniziati i lavori di restauro e consolidamento con il finanziamento dei Fondi Por Campania. L'opera fu progettata e costruita intorno al 37 a.C. da Lucio Cocceio Aucto su commissione di Marco Vipsanio Agrippa, che ne volle la realizzazione per motivi militari: era necessaria per collegare Cuma, fortificazione e punto di vedetta sul litorale domizio-flegreo, con il Portus Julius, un'importante infrastruttura militare insistente sui bacini del lago d'Averno e del lago Lucrino, che canali artificiali progettati dallo stesso Cocceio collegavano tra loro e al golfo di Pozzuoli.
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