mercoledì 24 febbraio 2016
Dare un futuro ai giovani attraverso il lavoro, vivacizzare sette giorni su sette, anche di notte, una zona periferica di Napoli. Sono gli obiettivi de Il Poggio, il nuovo polo enogastronomico nato in un ex opificio ristrutturato in via Poggioreale, a pochi passi dal penitenziario omonimo. È il progetto del gruppo Gesco, consorzio di imprese sociali, da poco inaugurato, per dare speranza a ragazzi e famiglie. Nel capannone di 1.500 metri quadrati abbandonato nella periferia est, ridipinto di rosso, lavorano 60 giovani, per lo più provenienti da situazioni di disagio, tra essi anche ex detenuti, migranti, ragazzi Down. Celestino viene dalla Vela celeste di Scampia e ha il padre invalido. Carmen è una giovane di colore, fuggita dai carcerieri che volevano costringerla a prostituirsi. Lui fa l'aiuto cuoco, lei dà una mano in cucina. Due milioni di euro l'investimento, di cui 300mila co-finanziati da Fondazione Vodafone e Fondazione Con il Sud, Il Poggio è ristorante, market del cucinato, bar, pasticceria, focacceria e tanto altro. I giovani impiegati sono in formazione on the job con Garanzia Giovani: diventeranno cuochi, pasticcieri, barman, addetti alla sala, con i corsi della Scuola di Formazione Gesco ospitata al piano superiore. Fondamentale anche l'attenzione alle coltivazioni biologiche e alle produzioni locali: il ristorante utilizza i prodotti provenienti dagli Orti sociali del carcere di Secondigliano e di Ponticelli. Inoltre, sposa la cultura antispreco: la "doggy bag" per il cibo non consumato e lo sconto serale per i prodotti freschi invenduti.
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