domenica 18 marzo 2018
Torniamo a casa tutti i giorni dopo il lavoro. Mentre camminiamo alziamo lo sguardo e vediamo una fila di palazzi illuminati. Da ogni finestra spunta un ambiente domestico. Immaginiamo l'intrico di storie. Il formarsi delle coscienze. I racconti, gli incontri, le avventure, gli amori, i drammi, la frustrazione, il rancore, la felicità, la solitudine, la festa, il tempo che ristagna, il trauma di una scoperta inaspettata, i programmi da realizzare, i rendiconti, le minacce, la passione, la paura, l'esaltazione, l'ebbrezza, la noia, l'energia. Una pasta umana che si fa e si disfa nella materia infetta e pura. Ci chiediamo quali possano essere i nessi, i rapporti, le cause, le relazioni fra una cosa e l'altra. Esiste una legge che governa i casi? Vorremmo ci fosse una struttura di fondo alla quale aderire, ma nessuno può dimostrarlo in modo inoppugnabile. Così scatta un atto di volizione individuale in base a cui diventiamo questo invece di quello. Tanto più forte viene formulata la domanda, tanto più chiara potrà essere la risposta. C'è chi attribuisce valore metafisico all'emozione del rapporto umano. E chi lo considera solo un effetto termico. Questi sono pensieri ad ingranaggi scoperti: potrebbero essere il sunto di un referto o il retroterra di una preghiera.
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