mercoledì 18 dicembre 2019
"Bello e buono" possono essere fashion? Sì, avviene a Catania con l'apertura del negozio di abbigliamento uomo-donna "Beteyà" (che in dialetto mandingo vuol dire proprio "bello e buono"), che è anche un brand nato all'interno del progetto "Sud - Arte e Design", della Fondazione Con il Sud e promosso dall'Associazione Don Bosco 2000 con istituzioni e organizzazioni locali. Chi compra un prodotto con questo marchio acquista un pacchetto di valori: il primo è la legalità, poiché la produzione si trova all'interno di un bene confiscato alla mafia a Villarosa in provincia di Enna; il secondo è l'integrazione, visto che maglie, felpe, pantaloni, camicie, cappelli, giacche e tanto altro nascono dal lavoro comune di quattro siciliani ex disoccupati e quattro migranti provenienti da Nigeria, Mali, Senegal e Gambia; il terzo è la sostenibilità, perché la filiera di produzione rispetta l'ambiente. Grazie ad un percorso di formazione, oggi c'è chi taglia e cuce, chi è addetto alle macchine di stampa, chi cura il brand e chi si occupa della vendita dei capi e, per ogni capo venduto, 1,33 euro sarà devoluto a progetti di sviluppo nei villaggi poveri di Senegal e Gambia. Dopo l'inaugurazione tra danze, canti, testimonial e sfilata, Beteyà offre pure uno spazio per il confronto, la presentazione di libri e l'esposizione di mostre su temi sociali.
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