sabato 10 agosto 2019
Cuciranno 7mila divise ogni anno – giacche, pantaloni e gonne – per gli uomini e le donne della polizia penitenziaria. E lo faranno dal carcere in cui stanno scontando la loro pena. Accade a Biella, dove in un capannone della casa circondariale è stata allestita una sartoria industriale che a regime darà lavoro a 70 detenuti. Da diversi mesi, a gruppi di dieci, gli aspiranti sarti stanno seguendo i corsi di formazione, mentre i macchinari, ceduti in comodato d'uso dalla Ermenegildo Zegna Holditalia spa, saranno collaudati entro il mese di agosto. Poi si partirà con la produzione: kit di uniformi da uomo (una giacca e due pantaloni) e da donna (una giacca, un pantalone e una gonna).
Il carcere di Biella ospita 440 detenuti e quello della sartoria è considerato un progetto pilota; soprattutto per il numero di persone coinvolte e la spendibilità del diploma una volta scontata la pena. In Piemonte ci sono 13 carceri; solo 150 detenuti svolgono un vero lavoro retribuito. «Gli altri coinvolti in attività, 894 in tutto, sono impegnati in lavoretti domestici; 199 lavorano ma non alle dipendenze dell'amministrazione penitenziaria», spiega il Garante regionale dei detenuti Bruno Mellano. I sarti-detenuti avranno un regolare contratto; cucendo e tagliando, si preparano a ritornare in società.
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