martedì 30 agosto 2016
Non avrà celebri fontane come Roma. Ma Parigi serba dolci ricordi di quando si nuotava nella Senna. Del resto, sulle sponde del fiume, si vendono sempre le foto dei “tuffi di gloria” dai ponti nei giorni della Liberazione dal giogo nazista. Il sogno di “tornare a nuotare nella Senna” è rilanciato dall'attuale giunta socialista, come simbolo delle aspirazioni ambientali cittadine, ma pure a margine della candidatura olimpica in vista del 2024. In questo spirito, la Federazione francese di nuoto ha organizzato domenica Fluctuat, competizione “in acque libere” (con qualche campione appena tornato dal Brasile) nel più vasto specchio liquido artificiale parigino, il Bassin de la Villette, collegato alla Senna da canali. Una piccola festa di “liberazione”, dopo decenni di divieti balneari a sfondo sanitario. Ma lo spettacolo è stato doppio. Complice il gran caldo, un collettivo un po' goliardico, il “Laboratorio di balneazione urbana”, si è unito senza autorizzazione all'evento, organizzando una kermesse improvvisata di tuffi. Presi di sorpresa, i gendarmi avrebbero potuto staccare multe. E invece, hanno esteso la sorveglianza all'evento bis, impedendo solo i tuffi più perigliosi. “Fluctuat nec mergitur” (traballa scossa dai flutti, ma non affonda), recita proprio il motto di Parigi, molto citato di recente dopo le stragi jihadiste. E l'antico legame con la latinità mediterranea ha forse concorso al successo di una mattinata da mattacchioni che la dice lunga pure sulla voglia dei parigini di evadere un po' dagli stati d'emergenza e dai ricordi luttuosi.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI