mercoledì 3 gennaio 2018
L'anno che inizia, a leggere i giornali di ieri, è cadenzato dai buoni propositi. E subito a leggere paginate su come mantenerli, per creare quella che sarebbe una routine virtuosa. C'è dunque il consiglio più gettonato, che è quello di staccarsi dagli smartphone perché hanno l'effetto di isolarci (e pensare che li chiamiamo "social") e quello, immancabile, per recuperare la forma fisica dopo le feste. A inizio anno è naturale proporsi obiettivi, che tuttavia - dicono sempre i giornali - difficilmente si realizzeranno, salvo accettare un consiglio aureo: si cerchino gruppi di sostegno perché da soli è improbabile. Detto questo c'è da aspettarsi il prossimo articolo, per dirci che il segreto di tutto starebbe nei conventi. Il primo giorno dell'anno sono stato nel monastero dei santi Pietro e Paolo di Buccinasco, detto della Cascinazza, dove producono una birra buonissima. Monastero dove aveva trovato riposo un grande artista come Bill Congdon, che aveva dato colore alle giornate grigie ammantate dalla nebbia padana. Quella vita in silenzio, accanto ai monaci, aveva dato significato all'aurora e al tramonto, alla nebbia e al sole. Ma senza quella compagnia umana che seguiva una regola (e che ancora la segue, con 21 membri che applicano l'ora et labora), tutto sarebbe rimasto come si vede: freddo, uggioso. Nessun proposito riesce se non si sta davanti a qualcosa e a qualcuno. Anche la mia amica Agnese Spreafico, che a Oggiono prepara un prosciutto leggendario, non avrebbe ritrovato la forma fisica se non avesse creato un gruppo di amiche che tutte le mattine si ritrova a camminare. E mentre cammini vedi il Resegone, che si staglia maestoso davanti ai tuoi occhi. Ed è una sorpresa di cui forse non t'eri mai accorta e ti fa dire "com'è bello il mondo e come grande Dio", frase della mamma di don Giussani, quando all'aurora andava a messa col suo bambino, nella Brianza di Desio, su cui si affacciava la stella del mattino. L'appello di gusto di questo inizio 2018 è allora questo: un rapporto che non ci faccia sentire soli; un rapporto che ridia gusto e colore alle nostre giornate. Perché la ripresa che auspichiamo non è solo appannaggio della politica, ma di tante vite coscienti che, ogni istante, hanno un valore. L'altro tormentone di inizio anno è l'arrivo degli insetti da cibo. Sarà il futuro ? Si, no, forse. È da incorniciare l'articolo di ieri di Nicoletta Martinelli sulla terza pagina di questo giornale. Se resterà una moda avrà vita breve, se invece diventerà conveniente, sarà convincente. I propositi si realizzano se convengono, ma perché questa convenienza diventi coscienza c'è una sola strada: una comunità in cui vivere la contemporaneità. Perché da soli possiamo solo vivere la suggestione offerta dai social. Che di fatto ci fanno restare single.
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