Scaffale basso
lunedì 30 marzo 2015
Lei viene da Berlino, ha due grandi occhi scuri e un sorriso dolce; un fascino inconsueto per i suoi sedici anni. Quando la vede, come per un lampo lui ne resta ammaliato. Ossessionato. In un altro tempo, in un altro punto del mondo, Sarah e Franz potrebbero sorridersi, divertirsi spensierati, corteggiarsi, volersi bene. Ma siamo alla fine del 1943 e lì
a Terezìn, lei ebrea, lui ufficiale tedesco, l’amore è un sentimento senza nome, un imperdonabile errore. Una bestemmia. Eppure nel ghetto lager della città fortezza che la perfida propaganda nazista indicò come “la città donata da Hitler agli ebrei”, in realtà solo un’anticamera dei campi di sterminio, tra Sarah Goldman, deportata con i genitori ma subito separata da loro, e il ventenne SS Franz qualcosa di accecante e inconfessabile per entrambi, scatta. Forse la classica sindrome di Stoccolma, forse solo l’illusione di essere ancora vivi dentro la città di pietra dove la morte è la grande presenza. La prigioniera e il carceriere, la vittima e il carnefice, la loro storia senza storia, segreta e proibita nella cornice lugubre e dolorosa del lager, sono i protagonisti e il filo conduttore di Cuori d’ombra  (Salani; 12,90 euro), un romanzo audace e insieme inquietante, scritto a quattro mani da Silvia Roncaglia e Antonio Ferrara in cui fantasia e realtà, storie inventate e grande Storia si annodano con la forza di quei racconti di vita che sanno parlare ai giovani lettori. Perché dentro il dramma di tempi difficili e tragici eventi realmente accaduti si agitano le scelte spinose, i sentimenti, le curiosità e le domande di sempre a cui i ragazzi di oggi cercano risposte convincenti. Dai 14 anni.

1941.
Nell’Ucraina invasa dai tedeschi, messa a ferro e fuoco dalla sanguinosa operazione Barbarossa voluta da Hitler, in una Kiev devastata e alla fame, è ambientato In piedi nella neve (Einaudi Ragazzi; 11 euro). Da quel terribile 19 settembre, niente è stato più lo stesso per Sasha – una tredicenne con una passione senza freni per il calcio - e la sua famiglia.
Del resto suo padre è Nikolaj Trusevyc, ex portiere della grande Dinamo Kiev la prima squadra del Paese. Per lui, come per gli altri giocatori, sono tempi difficili: per i nazisti sono doppiamente nemici, perché durante l’occupazione sovietica, Stalin aveva imposto agli atleti di collaborare con la polizia segreta sovietica, l’NKVD, e di militare nel partito comunista. Perciò tutti sono stati tagliati fuori da qualsiasi campo di gioco. Nikolaj ha trovato un lavoro di fortuna in una panetteria ma il pallone è un fuoco che gli arde nell’anima. E quando si riparla di poter scendere in campo la passione si riaccende. La vita di Sasha, il suo cammino alla scoperta della propria identità femminile che cerca di affermare anche difendendo il proprio sogno di giocare a calcio, si annoda con la vicenda dei giocatori prigionieri ucraini, alle prese con un infernale campionato di calcio contro i nazisti, costretti a giocare l’ultima tragica e storica “partita della morte”. Nicoletta Bortolotti regala ai giovani lettori una storia di formazione, un racconto intenso, accorato e senza retorica di una pagina di storia drammatica sicuramente poco nota ai ragazzi. Dai 14 anni.

Il Battello a Vapore ripubblica in una bella edizione, con tante piccole e utili note di approfondimento e un’introduzione di Teresa Buongiorno, uno dei classici della letteratura moderna, vero e proprio libro di culto, da anni sempre in vetta alle classifiche dei più amati e tradotti in tutto il mondo: Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry (14 euro). La storia,
arcinota, racconta l’incontro in pieno deserto, tra un pilota fortunosamente atterrato per un’avaria e un bambinetto dall’aria fragile e ingenua che gli chiede di disegnargli una pecora. Richiesta alquanto strana ma con un suo senso: il piccolo arriva da un pianeta lontano infestato da un’erbaccia che sta mettendo in pericolo la sua rosa, fiore unico al mondo. Almeno nel suo mondo. Brucando l’erba la pecora metterà in salvo la rosa… Questo è l’incipit del racconto che di pagina in pagina rivelerà molte cose del piccolo principe, della sua amica rosa e degli incontri che sulla Terra gli hanno fatto capire molte cose sugli uomini. I loro valori, le priorità, la fretta e la superficialità con cui affrontano le relazioni. Pagine indimenticabili sul senso dell’amicizia, sull’essenziale della vita spesso invisibile agli occhi ma non al cuore. Dai 10 ai 99 anni.

Altro classico intramontabile, tutt’altro principe. Dopo Le favole di Esopo, Orlando furioso innamorato e
Iliade, La Nuova Frontiera Junior propone, nella stessa collana di Classici illustrati, Il principe felice e altri racconti, (16 euro) di Oscar Wilde nella nuova traduzione di Riccardo Duranti
e le belle tavole di Gemma O’Callaghan. Si tratta di cinque fiabe, toccanti e commoventi - protagonisti principi e rondinotti altruisti, usignoli generosi, giganti sedotti dalla gioia di vivere, razzi strepitosi…-
che lo scrittore irlandese scrisse, nel 1888, per divertire i propri figli e intanto insegnare loro buoni sentimenti, educarli alla generosità e all’altruismo. Dai 10 anni.
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