venerdì 15 giugno 2012
Diceva Gianni Brera, indimenticato maestro di giornalismo sportivo, che "la classe non è acqua". Forse vale anche per i giornali, e uno si può chiedere che classe sia quella per cui per un discorso ai suoi preti di Roma in cui, come scrive fin dal titolo "L'Osservatore", Benedetto XVI parla del dovere della "scelta" della verità, "Repubblica" (12/6, p. 12) abbia fatto questo titolo, «Vatileaks, l'ira del Papa contro la stampa e la Curia» e l'articolo cominci così: «Un Papa arrabbiato con la stampa… "È nero dall'ira", lo descrivono all'interno con qualche timore»! Dunque appena sentito che occorre scegliere sempre la verità a "Repubblica" si accende tutta rossa la coda di paglia: forte. E siccome Benedetto XVI ha ricordato le promesse battesimali, in cui il linguaggio tradizionale indica le astuzie ingannatrici del male come "pompe", lì leggi che lui «si sofferma sull'origine del termine "pompa del diavolo"», ma senza altra spiegazione. E così capisci il perché del fuoco immediato in redazione: lì il diavolo, alla "pompa", fa il benzinaio, e come ai distributori veri con costi crescenti, nel caso quelli di credibilità professionale, per cui risulta anche altro, e cioè che «il Papa all'esterno difende a spada tratta»… «i collaboratori e la loro fedeltà»… «Ma poi c'è il fronte interno», e su questo loro ovviamente, a "Repubblica" sono informatissimi: «questa volta vuole fare tutto da sé». Verissimo: la classe non è acqua, e stavolta neppure vino. Benzina: "verde" per tanti motivi, attinta direttamente alla "pompa", e con la coda di paglia pronta all'immediato uso: incendiario…
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