“Gazebo”, il social che funziona in tv
giovedì 6 ottobre 2016
La scrittura è nascosta nel web. Basta pescarla dalla rete. R una sorta di sceneggiatura già pronta per l'uso quella che Gazebo (Rai 3 dal martedì al venerdì poco dopo le 20.00, in concorrenza con i principali tg, e il venerdì anche in seconda serata) rintraccia nei commenti che compaiono su Twitter. Sono gli hashtag a dettare le battute a Diego Bianchi, in arte Zoro, ideatore e conduttore di questo notiziario alternativo che in passato è approdato (per la verità senza troppo successo) persino alla prima serata. Gazebo è il programma che più di ogni altro ha capito come sfruttare i social a tutto vantaggio della tv. E non c'entra niente con l'interazione tanto enunciata di questi tempi. È altra cosa. A firmare il tutto con Diego Bianchi (blogger, giornalista, comico e regista) ci sono in calce i nomi di Marco Dambrosio (vignettista, in arte Makkox), Andrea Salerno e Antonio Sofi. La regia è di Igor Skofic. In studio la “Gazebo band” condotta da Roberto Angelini e Giovanni Di Cosimo per i sottofondi e gli stacchi musicali e i giornalisti Francesca Schianchi e Marco Damilano per i commenti politici. Gazebo, come abbiamo sottolineato anche in altre occasioni, è un programma satirico, d'attualità e politica, molto social non solo per i continui hashtag in sovrimpressione, oltre al grande schermo come sorta di ampliamento del tablet o dello smartphone, ma anche per lo stile YouTube delle immagini dei servizi proposti per dare quel senso di immediatezza caratteristica della comunicazione che circola in rete e supera l'idea dell'artificio dei tradizionali programmi d'informazione, tg compresi. Emblematico in questo senso, in apertura di questa nuova edizione, il reportage di Zoro dalle zone terremotate del Centro Italia. Tante immagini, con una semplice telecamerina, senza troppi commenti, per un racconto asciutto e immediato del dramma che hanno vissuto e vivono le popolazioni di Amatrice e dei paesi limitrofi. Nella normalità della trasmissione prevale però la lettura dell'attualità con il taglio dell'ironia, politicamente indirizzata, ma che sembra adattarsi piuttosto bene a questa nuova fascia di nemmeno mezz'ora nel cosiddetto access prime time dove tra l'altro, nella versione Gazebo social new, sta andando meglio anche per ascolti rispetto alla seconda serata del venerdì.
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