venerdì 11 gennaio 2013
Lupus cordiale… Ieri (“Corsera”, p. 40) il collega Armando Torno, che onora la cultura di quelle pagine, osservava che «Jacob Böhme, teologo mistico, si trova nella storia della filosofia, ma manca in quella di mistica e teologia», ricordava che per vivere «fece il ciabattino» e che «Hegel, nelle sue "Lezioni sulla storia del pensiero" lo considerava il primo filosofo tedesco». Occasione offerta da una bella monografia di Cecilia Muratori dedicata proprio a Böhme, «opera unica nel nostro panorama». Leggo con piacere e una piccola nota. Mezzo secolo fa, nella Facoltà di filosofia del Laterano monsignor Achille Di Lorenzo, docente di storia della filosofia moderna, insisteva a lungo su Böhme – da napoletano calcava rotondo su quel dittongo della "o" con la dieresi – che influenzò molto la produzione giovanile, religiosa e teologica, del grande Hegel. A noi studenti consigliava – facendo risuonare di nuovo quella "o" con la dieresi – i due volumi dello Höffding, “Storia delle filosofia moderna”. Lezioni solenni e finissime, in un latino perfetto e con citazioni nelle lingue originali dei vari filosofi. Annoto poi che il filosofo Böhme è ricordato nel vol. 3 dei “Concetti fondamentali della filosofia”, edizione Italiana dell'“Handbuch philosophischer Grundbegriffe” (p. 2048), pubblicata dalla cattolicissima Queriniana di Brescia nel 1982. Spesso leggo di “ritardi” della cultura cattolica e qualche cervello detto “laico” descrive il cattolicesimo come negazione di pensiero e cultura critica, somma di divieti di ricerca e pregiudizi arcaici e irrazionali. Beh! Talora questi cattolici sono parecchio in anticipo. Grazie al collega Torno e al “Corsera” per l'occasione offerta.
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