martedì 22 ottobre 2013
Domenica, "Che tempo che fa" (Rai3): Vito Mancuso sorride dall'alto su ciò che chiama "peccato originale" e sulla stessa esistenza dei "dogmi" della fede cristiana, di cui parla ampiamente per suo conto. Spiace davvero che su certi temi si pensi di aver risolto tutto sorridendo e cancellando dalla lavagna della modernità domande su cui l'umanità intera – da Platone in poi, e certo anche da prima, passando per tutti i grandi del pensiero umano – ha costruito monumenti di pensiero, cattedrali, dipinti, statue e biblioteche. Viene da dire che presentarsi, o lasciarsi presentare da intervistatori benevolmente "leggeri" su tutto come pensatori che dopo 3 o 4.000 anni rifondano la fede ebraico-cristiana forse è troppo. Tra l'altro per caso mentre vedo e ascolto la conversazione amichevole e tutta ammirativa, con pubblicità di un libro pur interessante, mi capita proprio sotto gli occhi un recente pensoso editoriale di Eugenio Scalfari ("Repubblica", 9/9, p. 1 e interno: «Il legno storto che vorremmo raddrizzare») che comincia così: «Il legno con il quale siamo costruiti è storto: lo disse Kant e lo riprese Isaiah Berlin…». Beh! Discorso molto vicino, almeno a prima vista, a quello del peccato originale! Proprio sicuri che sia solo un "dogma" stantio, e che invece non si tratti – al di là delle forme culturali in cui è stato espresso nei secoli – di qualcosa di profondamente più serio? Già: «La donna, la mela, il serpente», ma anche «Elena, la mela e la guerra di Troia», o «Pandora e il vaso coi serpenti». Favolose stoltezze stantie o anche roba di Agostino, Tommaso, Lutero, Pascal, Spinoza, Kant appena visto, Hegel, e fino a oggi tanta altra gente seria? "Che tempo che fa" qualche volta pare bello. Invece è nebbia, e tanto smog…
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