venerdì 20 febbraio 2015
Sessantatré persone hanno già scritto "partecipo" sulla pagina Facebook dedicata. Altre 8 hanno risposto, un po' dubbiose, "forse". Per essere il primo giorno, non c'è male. La proposta viene da una diocesi pugliese – Molfetta Ruvo Giovinazzo Terlizzi –, e riguarderà tutti i venerdì di Quaresima. Il «digiuno» proposto è di quelli difficili, ma non impossibile: rinunciare agli smartphone per 24 ore alla settimana. Niente Whatsapp né Facebook né posta elettronica, niente consultazioni veloci su Internet, niente di niente. «Ci vuole forza. Ci vuole coraggio. Ci vuole capacità di autocontrollo», declama l'Ufficio delle comunicazioni sociali, che sa di cosa parla. E difatti, proprio per attenuare la terribile tortura a cui invita ragazzi e adulti, prevede almeno due strappi alla regola, giusto per non scoraggiare del tutto gli incerti. Si potrà rispondere, concede la diocesi, a una chiamata di lavoro, o per qualche altra necessità non rimandabile. «Dopodiché niente». Stop. La seconda eccezione arriva dopo il tramonto: «Magari a sera, un solo messaggio verso una persona che sappiamo un po' sola, o ammalata, o che da tanto tempo non sentiamo». Come dire: avremo una sola cartuccia al giorno, spariamola bene... E spariamola, soprattutto, per cercare un contatto vero, autentico, diverso da quelle miriadi di bla-bla che attiviamo inutilmente ogni secondo. Un digiuno di smartphone, dunque, per fare più spazio a sé e agli altri.
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