«The Cherry Tree», carole e ballate per rivivere il mistero dell'Avvento
domenica 28 novembre 2010
The Cherry Tree è il titolo di una ballata medievale in cui si racconta di come, di fronte al fatto che Giuseppe dubitasse della natura divina della maternità di Maria, Gesù abbia parlato dal grembo della Vergine e ordinato a un ciliegio di flettere i propri rami per offrire i suoi frutti maturi alla Madonna.
Questa è solo una delle innumerevoli novelle che, tra arte, poesia e devozione, nel corso del tempo hanno accompagnato il periodo dell'Avvento, ma il gruppo vocale femminile Anonymous 4 l'ha scelta come colonna portante del suo nuovo progetto discografico dedicato alle antiche tradizioni natalizie (Super Audio Cd pubblicato da Harmonia Mundi e distribuito da Ducale). Si tratta di un'antologia di carole e ballads nate nelle Isole Britanniche e fortemente radicate nella storia musicale anglo-sassone, alcune delle quali sono state poi "esportate" nel Nuovo Mondo, dove in alcuni casi hanno assunto connotazioni diverse a seguito delle successive stratificazioni stilistiche sopravvenute negli anni, sia a livello di testi che di melodie.
Attingendo a fonti che vanno dai codici manoscritti databili tra XIII e il XV secolo fino ai "moderni" canzonieri compilati negli Stati Uniti tra Sette e Ottocento, il programma di questo album risulta quantomai vario ed eterogeneo, spaziando dalla semplicità formale e strutturale a tratti disarmante di alcuni canti che prevedono la semplice alternanza ripetuta di strofe e ritornello all'impronta contrappuntistica più raffinata e ricercata (Veni redemptor gencium), da tonalità maggiormente soffuse e riflessive (Alma redemptoris mater e Qui creavit celum) ad accenti di tenera dolcezza (nella ninnananna Lullay my child e in Hail Mary ful of grace).
Il quartetto di dame dimostra di trovarsi in perfetta sintonia di fronte alle molteplici sfumature offerte da questo tipo di repertorio, con il quale vanta un'assidua frequentazione; anche questa volta l'approccio interpretativo è praticamente ineccepibile, solo a tratti forse un po' troppo tecnicistico o lievemente distaccato, e sembra esprimersi al meglio quando si avvicina allo spirito folclorico e popolare di brani come Bethlehem o la stessa The Cherry Tree. E allora il clima di festa diventa davvero più autentico, gioioso e spontaneo.
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