giovedì 23 aprile 2015
«Ristrutturazione teologica»: qualcuno l'ha detta necessaria, e per fortuna ieri su "Vatican Insider" Gianni Valente e il teologo Benoit-Dominique de la Soujeole chiariscono che «Il Successore di Pietro» non ne ha affatto bisogno. Altri forse sì, e stesso giorno sul "Corsera" (p. 38: «La visione della Chiesa primitiva tra senso del peccato e Apocalisse») Pietro Citati presenta il 2° volume "Seguire Gesù" (Fondazione Valla) ove il professor Manlio Simonetti – da sempre eccellenza assoluta – traduce e presenta "Il Pastore di Erma", tra i primi testi cristiani. Recensione bellissima, dettagliata e frutto di pensiero appassionato.Leggi, ma ti pare che qui servirebbe una «ristrutturazione teologica» essenziale. Per Citati nel testo «i grandi temi teologici sono» «l'esaltazione di Dio creatore» e «la preesistenza del Figlio di Dio alla propria creazione», e poi leggi che «Prima che Erma scrivesse Il Pastore, è stato commesso un peccato non sappiamo da chi e come: anzi sono stati commessi molti peccati». Ovvia libertà di pensiero, ma serve qualche «ristrutturazione». Sul primo punto è chiaro che si fa intendere che anche il Figlio sarebbe «creato», quindi non anch'Esso Dio e autore della Creazione, come nel Credo da sempre si afferma, a meno che quel «propria» non voglia dire che anche il Figlio è autore della creazione.Sul secondo punto, poi, non pare si capisca che da tutta la teologia cristiana quel «peccato» che «non sappiamo da chi e come commesso» è da sempre chiamato "peccato originale", comunque poi lo si sia inteso e presentato, ed è la ragione della necessità della salvezza preannunciata dai Profeti, realizzata nell'Incarnazione e presentata proprio nel testo immaginifico dell'Apocalisse. Elogio pieno al grande Simonetti e cordiale pensiero (con riserva) per l'illustre recensore.
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