venerdì 20 marzo 2009
Eccezione per "Lupus" buono. Sul "Riformista" (18/3, p. 1) titolo per un pezzo sull'economia: "Bankitalia, una prova di parresìa". Sorprende il termine greco, che dice il coraggio di dire apertamente ogni verità. Sul Grande Lessico del N. T., vol. IX, l'analisi di H. Schlier occupa ben 55 colonne: il nome da Euripide in poi indica anche un carattere della democrazia, poi è molto presente per l'A.T. nella versione greca dei Settanta, nei Vangeli anche sulla bocca di Gesù nei momenti più solenni e negli scritti apostolici. Dire tutto al momento giusto: caratteristica fondamentale del discorso cristiano. Gli apostoli ne fanno stile di condotta dalla Pentecoste in poi" A me ricorda anche la grande figura paterna del cardinale Michele Pellegrino, che ne fece programma di vita di uomo, intellettuale, prete e vescovo. Bene, dunque. Ma quel termine così specifico sul "Riformista" mi fa problema. Da dove viene? Cerco, allora, e chi cerca trova. Due giorni prima, sempre "Riformista", sempre prima pagina, ecco: "Benedetto XVI. Una lettera indirizzata anche a me". Ubaldo Casotto descrive se stesso di fronte alla lettera del Papa che racconta a tutti i vescovi cattolici come ha vissuto in prima persona il caso «lefebvriani» col suo concitato evolversi in tempesta di emozioni e reazioni. Dono personalissimo " scrive Casotto " di una «parresìa» umile e cordiale che il Papa ha fatto ai vescovi e a tutti, anche a chi ha reagito male perché non condivideva, e soprattutto non aveva potuto capire, perché l'annuncio è stato dato in fretta e male. Perfetto! Sottoscrivo, e stavolta: viva "Il Riformista"!
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