«Opzione Donna», un nodo ancora da districare
martedì 18 marzo 2014
Segna ancora il passo "l'opzione donna", il provvedimento che favorisce le lavoratrici dipendenti e autonome con un pensionamento anticipato rispetto al regime delle pensioni Fornero, in cambio di un assegno calcolato col metodo contributivo e quindi di importo ridotto. Nel corso degli ultimi mesi l'opzione si è impantanata in una infelice interpretazione dell'Inps, che di fatto ostacola il diritto di molte lavoratrici. Il provvedimento originario, previsto nella legge Maroni 243/2004, è sopravvissuto alla riforma Fornero, e resta tuttora un valido ammortizzatore sociale per diverse situazioni familiari. È stato previsto fino al 2015 a titolo sperimentale, con una eventuale estensione ad anni successivi. Per utilizzare oggi il beneficio le lavoratrici devono possedere 57/58 anni di età ed almeno 35 di contributi, optando per il sistema contributivo. L'Inps, di suo, aggiunge però anche il requisito di una "finestra" (12/18 mesi prima dell'assegno), restringendo così l'utilizzo dell'opzione al 2014 ed escludendo un buon numero di lavoratrici interessate ad aderirvi nel corso del 2015.Da Letta a Renzi. Durante il Governo Letta, sono state avanzate richieste, dalle parti sociali e dal Parlamento all'unanimità, affinché l'Istituto della previdenza sociale rivedesse il suo indirizzo. Il ministero dell'Economia aveva tuttavia manifestato un netto parere contrario, per i soliti motivi di finanza pubblica ma anche per considerazioni non strettamente economiche. Il ministero si è avventurato sugli eventuali effetti del provvedimento in corso, supposto che venga confermato, per le lavoratrici che lo utilizzeranno nei prossimi anni. Con il cambio di Governo e con i nuovi ministri al Lavoro e all'Economia l'opzione è di fronte a un nuovo scenario. Sono stati solo preannunciati possibili interventi su alcuni aspetti della riforma, pensioni comprese. Tuttavia trattandosi di una forma di pensionamento anticipato, l'opzione dovrà essere inquadrata tra le eventuali misure per i trattamenti di anzianità. Se fosse confermata una maggiore flessibilità per favorire i pensionamenti anticipati, ne guadagnerebbe anche l'opzione donna, che resterebbe aperta senza alcuna finestra fino al 2015 e con buone prospettive per una successiva conferma.Contributi utili. Si ricorda che per la valutazione della contribuzione richiesta per il requisito dei 35 anni (pari a 1.820 settimane), sono utili, fino a 52 settimane l'anno, i contributi obbligatori, da riscatto e/o da ricongiunzione, i volontari e i figurativi. Di questi ultimi non vengono però considerati i contributi relativi alla malattia e agli stati di disoccupazione.
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