domenica 15 novembre 2015
«Grazia»è la testata di una nota rivista femminile, ma non sempre i suoi articoli sono "graziosi". Il suo ultimo numero rivela (a scopo elogiativo) il vero nome di quella pratica che di solito in italiano si chiama "utero in affitto", nella tecnolingua "maternità surrogata", in antilingua "gestazione per altri" (Gpa) e, finalmente, in inglese è una locuzione realistica: «Making babies is possible», fare bambini è possibile. "Fare", ma non nel senso italiano del verbo, che è affettuoso, bensì in quello materiale del "made in Italy": fatto, fabbricato, prodotto. Manca soltanto la sigla "e", cioè "venduto con Garanzia Europa". Ma se il bambino viene concepito e partorito in America o in Asia (mai in Africa, per via del colore)? Grazia sembra conoscere l'antilingua e la usa come segue: chiama il viaggio «Turismo procreativo» ovvero utile e dilettevole. Dato che in diversi Paesi l'utero si può affittare, la rivista fornisce tutto il lessico del caso: «Le mamme in affitto sono legali nel Regno Unito, dove un giudice verifica che non ci sia "commercializzazione": alla donna [affittata] non spetta un compenso, ma solo un rimborso spese». Eccone le tariffe. In Grecia: «Creta offre pacchetti low cost da 9mila euro tutto compreso (medici, avvocati e soggiorno)… In Russia e Ucraina: il costo oscilla intorno ai 9mila tutto compreso (medici, avvocati, soggiorno)… Negli Stati Uniti e in Canada: i prezzi vanno da 100 a 120mila euro senza distinzioni tra coppie gay o etero e in California si può scegliere anche il sesso… In India si è sui 20mila», compreso il rischio che «la madre portatrice possa non essere perfetta [è spesso paria] con possibili conseguenze per il feto». Conclusione: per l'aborto i laicisti si rifecero al principio di uguaglianza: le ricche andavano ad abortire all'estero e le povere no. La gelida giustizia laicista non interpella (nel proprio cuore) il figlio, e autorizza una replica. L'utero non è più mio. FATTO O PATTO?I giornali hanno riferito (13/11) il crollo dei matrimoni: circa 500.000 annui nel secolo scorso, 196.000 nel 2014 e crescita esponenziale delle coppie di fatto: oltre un milione nel 2014 (dati Istat). Problema: la gente preferisce le unioni di fatto, tipiche del mondo dei gay, che però rivendicano il matrimonio. Anche per loro, che già vivono in coppie tipicamente assai poco stabili, c'è il rischio, della crisi nuziale. E allora a che serve istituire un omomatrimonio, cioè un patto destinato ad andare in crisi?DIAMANTI E BAMBINEDue grossi diamanti (Blu Moon, 16 carati e Pink rosa, 12) sono stati acquistati all'asta a Ginevra (Corriere della Sera, 13/11) per 66 milioni di Euro da un magnate di Hong Kong per la sua bimba di 7 anni. Questioni morali a parte, ora tutti guarderanno i diamanti e non la bambina. Valeva la pena?
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