martedì 12 luglio 2016
«L'uomo del futuro», del “nostro” Eraldo Affinati, secondo allo Strega. Qui già ricordato con soddisfazione, ma mi torna a galla da “Libero” (19/5) – “Libero Pensiero” – l'intera p. 24 a firma Giuseppe Lisciani: «Un Meridiano per Don Milani: pedagogo fallito». Leggo che per l'autore don Milani è stato un Che Guevara «in abito talare», con l'unica differenza che lui «si affidava alla parola e all'esempio, mentre Che Guevara imbracciava il mitra». Bontà sua: una piccola differenza! Non basta: scandalizzato, Lisciani, per il quale «il pedagogo fallito» è «l'educatore preferito da Francesco»: ovviamente un altro fallito. Poi però leggi che «addirittura» su “Avvenire” (10/2/2015) Lorenzo Fazzini «insinua convergenze tra la personalità di Don Milani e quella di Papa Bergoglio». E questo «insinua» è pura acrobazia incosciente. Ancora: Lisciani non accetta che al Gabinetto Viesseux del 31/10/2015 si sia detto che «Don Lorenzo (è stato) al centro della Chiesa, non ai margini». Lui corregge: «Sappiamo invece che il prete soffrì proprio di emarginazione», ma poi l'affondo è sull'educatore: ricorda, Lisciani, che papa Francesco lo ha definito «grande educatore», ma – assicura – si tratta di «populismo culturale», e nella ”Lettera a una professoressa” lui non trova alcun elemento di «un metodo serio di istruzione». Educatore, don Milani? Non scherziamo – è sicuro, Lisciani – «soltanto alla maniera di un profeta: con carisma, ma senza scienza». E lui? Disinvolto: «Io sto con l'insegnamento come professione e non come miracolo, non sto con Don Milani...». Come finale, poi, arriva la scelta complessiva: Lisciani sta, fermo e solido, «con il grande Jan Amos Comensky, cioè Comenio (1592/1670)». Che dire? Che su “Libero” da tempo siamo abituati a tutto... Libertà e libero “pensiero”? Sì: ma solo nella prima parte. Sul “pensiero”, infatti, non azzarderei!
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