giovedì 30 ottobre 2014
A nuotare controcorrente è abituato pressoché da sempre Zbignevs Stankevics, 59 anni, arcivescovo di Riga. Non solo per essere di origini polacche, nato e cresciuto in Lettonia. Non solo per aver dovuto aspettare la caduta del Muro di Berlino prima di poter seguire la sua vocazione sacerdotale (nel frattempo si era laureato in ingegneria e aveva lavorato 12 anni in un cantiere navale e poi in una banca). Non solo per aver potuto iniziare il suo ministero solo all'età di 41 anni. Ma anche e soprattutto per aver rischiato la vita prima di ancora di averla assaggiata. Quando sua madre rimase incinta di lui, a 40 anni, si sentì dire brutalmente da un medico: «Sei vecchia, non è saggio avere un altro figlio alla tua età». Le fu consigliato di abortire. Ma lei decise di tenere il bambino, noncurante dei rischi che le venivano prospettati. Stankevics ha raccontato l'episodio in una video-intervista a Rome Reports. Se sua madre avesse dato ascolto alla voce pur sempre autorevole di un medico «oggi avreste un altro arcivescovo di Riga» ha detto. Concetto che ha spiegato così in un articolo pubblicato nei giorni scorsi sul sito dell'arcidiocesi lettone: «Nella nostra società, nei media, nel mondo politico è importante rafforzare la consapevolezza che la cura della famiglia dovrebbe essere la prima preoccupazione dello Stato. Se la famiglia si sente sicura, fiorisce, i bambini nascono, crescono sani e la società inizia a fiorire. Ma se la famiglia si sente minacciata, se ha difficoltà economiche, e non ha sicurezza, tutta la società degenera».
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