martedì 17 novembre 2009
Letture. La prima: «Tu non sai il male che fa questo Papa alla Chiesa. Mai Papa fu tanto nefasto alla religione come questo. Ci sono cattolici profondi che lo ripudiano. Ha perduto quasi tutto il mondo. La Germania completamente»! La seconda: «L'intransigente chiusura soprattutto sotto l'attuale pontificato (è) colpevole di coltivare un'ossessione verso il potere monocratico e la morale sessuale, (col) risultato che altro non è che un progressivo allontanamento dei fedeli dal grembo della Chiesa, divenuta infedele"». I due testi paiono specchiarsi. Il primo era ieri sul "Corsera" (p. 27), il secondo domenica sul "Sole 24 Ore" (p. 35). Seguirebbe tentazione di chiedere ai lettori di indovinare gli autori di due giudizi che paiono univoci. Mi manca la pazienza ed ecco le fonti. Il primo testo, scritto da Claretta Petacci l'8 ottobre 1938, riferisce alla lettera il giudizio di Benito Mussolini verso Pio XI, la cui grave colpa immediata era quella di aver solennemente dichiarato, difendendo gli ebrei e disapprovando le leggi razziali italiane, che «spiritualmente siamo tutti semiti»! Il secondo testo esprime l'attuale giudizio di Hans Küng sul pontificato di Benedetto XVI. Le analogie paiono sorprendenti, ma in ambedue i casi a Malpelo pare ci sia, oltre la sicurezza assoluta nel proprio giudizio, anche l'incredibile autoidentificazione con la pretesa di leggere l'uno il pensiero dei «cattolici profondi», e l'altro quello dei «fedeli» tout court, ambedue in «allontanamento» dalla «Chiesa divenuta infedele». Due coppie a sorpresa: Mussolini/Küng e due Papi. A ragionarci su, la cosa può far pensare.
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