mercoledì 22 aprile 2009
Pagine al dritto e al rovescio. Sul "Foglio" (18/4, p. 2) dopo il recente suicidio di una collega davvero degna di pietà, ma anche segno di solitudine che forse ha invano cercato soccorso, perfetto Sergio Soave: "Ma quand'è che la morte è diventata affermazione di libertà?". Leggi infatti che la negazione del fatto che ogni vita è degna apre la via al baratro della scelta della morte esaltata come "esibizione disperata di libertà", cui "al di là della nuda pietà non c'è risposta, neppure la compassione, perché non c'è nulla da compartire". Ottimo. Ci pensi e scopri che c'è anche un'altra conseguenza, giacché così si apre la strada anche alla esaltazione della scelta della morte altrui, quando per qualsiasi ragione la vita di altri è giudicata indegna da chi le pone fine. Notizia di ieri: all'orizzonte - - stessa ditta metallurgica radicale - ecco un nuovo anello della catena Coscioni-Welby-Nuvoli-Englaro"E il rovescio? Stessa pagina, lo provvede Marina Valensise, che valorizza le allegre allucinazioni di Michel Onfray, ateologo francese che esalta la libertà del suicidio, e aggiungendoci del suo scrive che "il divieto (cristiano) del suicidio non discende dal settimo (sic!) comandamento 'non uccidere'" e con Onfray pare sostenere che "il suicidio non è omicidio"(!), perciò "la Chiesa per vietarlo deve ricorrere ad un'altra giustificazione", e lo fa "perché celebra il dolore, la sofferenza. Siamo nati per soffrire, come Cristo"! E' il rovescio di Soave! Certi pensieri sono davvero strabilianti: leggi e ripensi al tremendo grido nero del 1936 spagnolo: "Abbasso l'intelligenza, viva la morte!"
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