giovedì 7 giugno 2012
In pagina chi “dorme da piedi”, lo sappia o meno, vede le cose al rovescio. Nel primo caso è malafede, nel secondo equivoco: più o meno grave. Ieri per esempio (”Libero”, p. 1) Gianluigi Nuzzi è categorico: «I miei documenti sul Vaticano non sono rubati»! Scrive che li ha avuti in fotocopia, mica in originale, e quindi si sente a posto, a prescindere dalla sostanza delle cose, cioè dal fatto che lui ha pubblicato in Italia, con un editore italiano, corrispondenze private e personali uscite con frode da ambienti ai vertici di un altro Stato, servendosi ovviamente di complici dell’impresa, questi esaltati come “coraggiosi”. E se la cosa fosse avvenuta all’opposto? Se un editore vaticano avesse pubblicato – anche in fotocopia – lettere e documenti personali del Quirinale, o di Palazzo Chigi e dintorni, quanti giornali avrebbero esaltato il coraggio dei fotocopiatori e dei loro complici italiani? Forse sarebbe successo un finimondo, vero? E quanto all’argomento “fotocopie”, che si direbbe di uno che sul cruscotto della sua auto esibisce la perfetta fotocopia dell’assicurazione di un altro, ma poi stupito – con due t! – si difende ricordando che è solo una fotocopia? Il collega Nuzzi dorme da piedi e lo sa: male, male... C’è altro? Sì. Sempre ieri dorme da piedi, ma non se ne rende neppure conto, Nadia Urbinati (”Repubblica”, p. 29: “Il merito nella scuola pubblica”) che scrive l’intero articolo senza minimamente tener conto del fatto che in Italia, per legge italiana votata dal libero Parlamento, la “scuola pubblica” è sia statale che paritaria. Anche questo è “dormire da piedi”. Al rovescio: “tutto sottosopra”, come al manzoniano “Forno delle Grucce”.
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