giovedì 26 novembre 2009
«Il Papa e i suoi fratelli» ("Repubblica" ieri, pp. 35 - 37): titolo per Marco Ansaldo. Tema «Benedetto XVI alla riconquista dei cristiani d'Europa», ma con taglio tutto antipatizzante. Basti l'esordio: «Il Vaticano ha parcheggiato i suoi tank nel giardino dell'arcivescovo di Canterbury. Con una pretesa di dialogo, ma all'ombra di auspici armati"». Tre pagine sull'«offensiva vaticana» che vorrebbe sì, avvicinare anglicani e lefebvriani, ma con unico scopo di trascinare tutti in una «guerra tra fedi» proclamata dal Papa in persona. Perciò il dilettante Ansaldo vede «l'intero mondo religioso in subbuglio» " mentre quello non religioso sorriderebbe in pace, Ndr " e ne tratteggia velocemente i sintomi: «battaglia sul crocifisso" elezione (luterana) di una donna-Papessa» " detto spesso anche da altri dilettanti, che non sanno come per i protestanti l'espressione sia assurda, quasi offensiva " «assorbimento di migliaia di tradizionalisti, scarso impegno ecumenico», con l'affermazione netta che ormai i lefebvriani sono «pienamente cattolici». Sì: Ansaldo si fida della loro assicurazione, mentre diffida del Papa, che frusta anche con le parole di «Hans Küng, da 30 anni sanzionato dai vicari di Pietro (sic!) che si sono succeduti». Che perla! In realtà i Papi sono solo due, Giovanni Paolo e Benedetto, e certo non sono «vicari di Pietro», titolo inventato. Per fortuna subito dopo, stessa "Repubblica", leggi che il prof. Agostino Giovagnoli dice a Orazio La Rocca che «parlare oggi di guerre di religione appare esagerato e fuorviante». È il bollo del dilettante, impresso dalla stessa ditta!
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI