domenica 3 gennaio 2010
Anno nuovo, vizi vecchi: estremismi nevrotici e malinconie. Per qualcuno è sempre Capodanno: «botti» obbligatori e tutti fatti in casa. Ieri fondo con tric trac sul "Giornale": «Che barba il discorso di Napolitano"Piace a tutti perché non dice niente». Segue scorribanda e petardo anche in territorio vaticano: «Ma perfino Ratzinger ne ha abbastanza di vuote omelie»! Esemplare, e per "Repubblica" (p. 2) in coppia immediata con soavi espressioni bossiane: «Basta con la melassa buonista. Quelli che parlano, parlano e poi non fanno nulla»! Già: perché " leggi sempre lì " il presidente ha indicato grandi valori guida: «Solidarietà, coesione sociale e unità nazionale». Per certi palati è melassa disgustosa, perciò " ancora "Giornale" (p. 9) " ecco l'ironia: «Napolitano unisce più di Papa Benedetto. E cade come un velo di zucchero sulle feste di Natale». Isolati? Macché. Altro estremo, stessi toni, anche più accesi sul "Fatto" (p. 8) nella tirata del Flores D'Arcais. Per lui chi oggi parla d'amore, e peggio, di «partito dell'amore», è in preda a un «delirio quotidiano simile a quello promosso da Ceausescu». Ceausescu! A chi? Al «pulpito sempre più teocon» del "Corsera", su cui predicano «i Galli della Loggia, Panebianco e Ostellino»: come Ceausescu? Sì: e senza spiegare oltre"Infine: a Feltri, Bossi e Flores, stesso "Fatto" (p. 1) si aggiunge il Travaglio di casa, più diretto, che impersona il Presidente stesso: «Questo è il messaggio più palloso dei miei messaggi pallosi di Capodanno». Anche lui però finisce «in sacris»: «San Gennaro mio bello, che disgrazia!» Sì: proprio malinconia.
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