martedì 9 aprile 2013
Ieri in prima pagina sul "Messaggero" gran rilievo anche al Derby della sera e alle «cabine telefoniche di Manhattan», ma nulla sull'insediamento di Papa Francesco a San Giovanni in Laterano, la sua Cattedrale di Roma. Ovviamente all'interno c'è la brava Giansoldati, ma, per la cronaca, Chiesa e Papa erano in prima pagina su "Corsera", "Repubblica", "Resto del Carlino", per tre volte sulla "Stampa", ecc… Assenza? A rigore di logica non "negazione", pura mancanza di una cosa, ma "privazione". Su un giornale di Roma è assenza flagrante di ciò che dovrebbe esserci. A proposito di presenze e assenze però conta anche il modo, e certe presenze diventano "azzardi". Sabato su "Repubblica" (p. 21) foto di Papa Francesco e notizia: «Bergoglio, anatema su maghi e tarocchi». «Anatema»? Quando non sanno che dire, salta fuori l'anatema. Leggi che il Papa «nell'omelia della messa nella Domus Santa Marta ha avvertito: "solo nel nome di Gesù c'è salvezza, non ci salvano i maghi, né i tarocchi"». Anatema? No! Strana anatomia del cervello di qualche titolista. Da decenni è impossibile contare gli "anatemi" dalle parti di San Pietro, perché non ci sono stati. E di più: fin dal suo primo giorno Francesco ha messo in chiaro il contrario di anatema: «Misericordia, misericordia, misericordia!». Proprio nell'evento a San Giovanni l'unico messaggio è stato il perdono di Dio senza limiti: «Cari fratelli e sorelle, lasciamoci avvolgere dalla misericordia di Dio; confidiamo nella sua pazienza che sempre ci dà tempo; abbiamo il coraggio di tornare nella sua casa, di dimorare nelle ferite del suo amore, lasciandoci amare da Lui… Sentiremo la sua tenerezza, tanto bella, sentiremo il suo abbraccio e saremo anche noi più capaci di misericordia, di pazienza, di perdono, di amore».
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