giovedì 29 gennaio 2015
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​Palazzi, chiese, piazze, ponti... Gli architetti si sono occupati di tutto,  dal molto piccolo al molto grande. Anche di progettare intere città. Normalmente  la nascita di un centro abitato è qualcosa di spontaneo, così come la sua  crescita. A determinare lo sviluppo e le forme di una città sono da una  parte le esigenze dei cittadini, regolate e indirizzate dalle strutture  di governo, e dall'altra dalle spinte delle richieste che arrivano dall'esterno:  ad esempio lo sviluppo di aree commerciali e magazzini nei centri collocati  all'incrocio di vie di comunicazione. Si tratta però di singoli interventi,  seppure importantissimi. Può capitare, invece, che un architetto venga  chiamato a ideare città nuove di zecca. Si chiamano "città di fondazione",  proprio perché nascono da un progetto preciso. Lo erano, ad esempio, le  colonie fondate dai greci e dai romani: la loro caratteristica era quella  di essere costruite sulla base di uno schema regolare di vie disposte a  scacchiera. Questa pianta, che si chiama "ortogonale", ebbe un tale successo  da essere utilizzata fino ai giorni nostri, e non solo in Europa: provate  a guardare, ad esempio, la pianta di New York... Durante il Rinascimento  i signori e i loro architetti hanno a lungo sognato la possibilità di costruire  una "città ideale". Sono stati scritti volumi e volumi in cui prendevano  forma vie e piazze dalle proporzioni armoniose e inondate di luce. La città  è studiata come un organismo vivente, un corpo in cui ogni elemento ha  la sua funzione e la giusta collocazione, e tutto si coordina perfettamente.  Questi progetti non sono rimasti solo sulla carta. Qualcuno ha anche provato  a trasformarli in realtà. Il caso più famoso è quello di Pienza, in Toscana.  Fino al 1462 era un piccolo borgo di nome Corsignano. Ma quando Enea Silvio  Piccolomini, che qui era nato nel 1403, divenne papa con il nome di Pio  II, decise che doveva risorgere a nuova vita sulla base dei principi della  città ideale. E la ribattezzò, appunto, Pienza. Chiamò Bernardo Rossellino,  un grande architetto fiorentino, che in quattro anni la ridisegnò profondamente.  Trasformò la tortuosa pianta medievale aprendovi un grande corso rettilineo  che la attraversa da parte a parte. Al centro collocò la piazza magnifica,  con la cattedrale, il palazzo Piccolomini, ossia della famiglia del papa,  il palazzo comunale e quello vescovile. Alle spalle della cattedrale si  spalanca il grande paesaggio toscano. A volte qualcuno passa e si dà un  pizzicotto, per controllare se è sveglio davvero o sta solo sognando...
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