giovedì 14 gennaio 2016
COMMENTA E CONDIVIDI

​Le forbici corrono sul foglio bianco. Pochi colpi e zac, ecco quasi per gioco un uccellino nascere dalla carta grazie alle abili mani del vecchio Henri. Henri Matisse - uno dei grandi maestri della pittura a cavallo tra Ottocento e Novecento -  impugna le forbici con la stessa naturale destrezza che ha usato con i pennelli. Sarà anche un gioco, ma quell’uccellino di carta che lo intenerisce invece di finire nel cestino vola sulla parete della stanza. Appeso al muro e raggiunto ben presto da un’infinità di altre forme, semplici ed essenziali, che Matisse ritaglia da fogli dipinti. Forme che gli ricordano le foglie, i fiori, i pesci, le alghe e le atmosfere dei suoi lunghi viaggi in Polinesia e finiscono per riportare dentro casa, tappezzando letteralmente tutte le pareti, i ricordi di un mondo che gli è rimasto nel cuore, continua a emozionarlo e lo circonda come un giardino pieno di colori dentro cui passeggiare e sentirsi in pace. Il giardino di Matisse (Fatatrac; 19,90 euro) è la storia degli ultimi anni di vita del grande artista francese. Un volume bello da guardare, allegro, completamente realizzato a collage, che custodisce all’interno anche otto riproduzioni delle opere originali di Matisse. Ultrasettantenne, convalescente da una complicata operazione - cui si è sottoposto nel 1941 - non potendo più dipingere in piedi al cavalletto, Matisse lascia i pennelli per le forbici. Grandi forbici da sarto, arnese con cui aveva avuto una certa confidenza, lui che era nipote di tessitori, produttori di tessuti raffinati per l’arredamento,  e per le stoffe e gli arazzi nutriva una vera passione. I collage - papier décupé come dicono i francesi (si legge papié decupé, ovvero carte ritagliate) o cut out (si legge cat aut) come dicono gli anglosassoni – rappresentano l’inizio di una  seconda vita artistica per Matisse. Rimanendo seduto, l’artista ritaglia sagome estremamente semplici da grandi fogli dipinti dai suoi collaboratori, le fa fissare al muro con le puntine e se le studia, poi le assembla su sfondi di fogli colorati accanto a quelli che molti avrebbero considerato scarti dei ritagli.  Il tutto con una grande attenzione agli abbinamenti dei colori, intensi, caldi e luminosi, convinto che “con i colori, ciò che più conta sono i legami”. “Mi sono servito del colore per esprimere le mie emozioni e non per riprodurre la natura”, avrebbe scritto Matisse dei propri collage che, attraverso forme libere, semplici, prive di qualsiasi dettaglio, hanno rappresentato molte delle suggestioni nate dai colori e dai paesaggi marini dei suoi lontani viaggi in Polinesia.Con Il giardino di Matisse la casa editrice del MoMA, il Museo di arte moderna di New York, ha deciso di inaugurare una collana di albi illustrati per ragazzi dedicati all’arte. Lo spunto è venuto dalla grande mostra “Henri Matisse: The Cut-Outs” che il MoMa ha ospitato l’anno scorso. Primo di questi volumi a essere pubblicato in Italia grazie a una collaborazione tra il Moma e la casa editrice Fatatrac, Il Giardino di Matisse è il risultato di un  felice incontro tra l’autrice Samantha Friedman, una delle curatrici della mostra americana, e Cristina Amodeo, illustratrice italiana chiamata a interpretare il tema del collage in Matisse.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: